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Corriere dell'Economia

Brunello di Montalcino: in 30 anni un boom da record … Il vigneto Brunello, secondo le stime del Consorzio relative al 2020, vale due miliardi di euro complessivi… Trenta anni di Brunello di Montalcino. In occasione di questa ricorrenza, il Consorzio ha affidato alla testata WineNews il compito di tracciare un bilancio di un vero e proprio boom. “Il concetto di qualità – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci – oggi non si limita al solo vino ma abbraccia una sfera più ampia. A un aumento della qualità del Brunello corrisponde in maniera direttamente proporzionale un incremento del benessere socioeconomico della comunità sul territorio”. I numeri lo dimostrano perfettamente. Nel 1992 un ettaro di terreno vitato di Brunello di Montalcino valeva 40 milioni di vecchie lire (36.380 euro attuali secondo il coefficiente Istat per l’attualizzazione dei valori), oggi il prezzo è circa 20 volte superiore, pari a 750.000 euro, con una rivalutazione record del +1.962% che raggiunge il +4.500% se si allarga l’orizzonte temporale al 1966, quando un ettaro di terreno vitato costava 1,8 milioni di lire. Stando alle stime 2020 del Consorzio, il “vigneto Brunello” vale oggi circa 2 miliardi di euro complessivi, e continua ad attrarre investimenti. Dagli anni ’90 in poi, l’effetto Brunello ha portato a Montalcino professionisti da 70 Paesi diversi (il 15,8 per cento della popolazione totale, il doppio della media italiana). L’occupazione è altissima, se è vero che la disoccupazione non arriva al 2 per cento, e molta è la manodopera assorbita da Montalcino e che riguarda i paesi vicini. Quasi metà delle 1.500 imprese presenti sono agroalimentari, 300 legate direttamente all’agricoltura. In 30 anni, si sono moltiplicati i ristoranti e i locali destinati all’ospitalità. Il vino ha stretto una vera e propria alleanza con gli altri prodotti tipici: tartufo bianco, olio, miele, zafferano, formaggio, prugne, pasta e farro. E così il borgo medievale ogni anno accoglie oltre un milione di enoturisti e big spender (quasi 200 mila presenze e più di 75 mila arriva prima del covid). In sette casi su dieci si tratta di stranieri provenienti da oltre 60 Paesi. Oggi, sono 14 milioni le bottiglie immesse sul mercato, 9 milioni di Brunello di Montalcino e 4 milioni di Rosso di Montalcino. A produrle sono 218 aziende (erano 147 nel 1997) su più di 4.300 ettari di vigneti, coltivati essenzialmente a Sangiovese (di cui 3.150 iscritti a Doc e Docg e quasi il 50 per cento coltivati biologicamente). Le esportazioni nel 1993 rappresentavano il 45 delle vendite, oggi siamo al 70 per cento, con in testa Stati Uniti, Canada, Germania e Regno Unito e più di 90 Paesi in tutto il mondo che bevono questa eccellenza di Montalcino. La resa dello sfuso ha registrato un incremento del 300 per cento nelle ultime tre decadi. Le giacenze in cantina con gli stock conservati in botte nei caveau delle cantine valgono 400 milioni di euro e addirittura 1,2 miliardi quando il Brunello sarà imbottigliato e pronto per essere commercializzato.

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