Il cibo come simbolo di contaminazione fra culture, ponte fra popoli e lingua internazionale, strumento e mezzo per abbattere confini geografici ed affrontare temi socio-politici come la diversità e l’integrazione: tutto questo è il cous cous, celebrato nel famoso Cous Cous Fest, il festival internazionale dell’integrazione culturale firmato dal Comune di San Vito Lo Capo e dall’agenzia di comunicazione Feedback, che, dopo lo stop nel 2020 causa Covid, tornerà in scena dal 17 al 26 settembre 2021.
Al centro ci sarà il riconoscimento del cous cous quale Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, candidatura annunciata nel dicembre 2020 e avanzata congiuntamente da 4 Paesi africani (Algeria, Marocco, Mauritania e Tunisia), senza dispute sulla paternità di questo piatto comune alle culture dei Paesi del Maghreb. Il cous cous, insomma, è riuscito ad abbattere i confini geografici, costruire ponti tra i popoli e avvicinarli tra loro attraverso le pratiche e le conoscenze che hanno in comune, ha fatto ritrovare la condivisione e l’armonia tra queste antiche civiltà dove “donne e uomini, giovani e anziani, si identificano in questo piatto considerato il simbolo del vivere insieme”, si legge nel documento di candidatura Unesco.
“Questo riconoscimento mi riempie di gioia - afferma il sindaco di San Vito Lo Capo, Giuseppe Peraino, che nel 2020 aveva scritto sia all’Ente tunisino per il turismo che al Centro nazionale per la ricerca preistorica, antropologica e storica di Algeri per sostenere la candidatura Unesco - perché il cous cous è un piatto storicamente legato a San Vito Lo Capo che fa parte, ormai da secoli, della tradizione gastronomica locale. Dal 1997 il Cous Cous Fest lo celebra a livello internazionale, tanto da essere diventato uno dei simboli di San Vito Lo Capo nel mondo. Il riconoscimento Unesco, che sottolinea la valenza culturale e di integrazione del cous cous, filosofia che da sempre anima il Cous Cous Fest, sarà lo spunto per l’edizione 2021, che mi auguro sia anche quella della ripartenza e della rinascita”.
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