In tutte le Regioni, ci sono Psr (Piani di sviluppo rurale) ancora non del tutto spesi, risorse delle due annualità del periodo transitorio che spettano agli agricoltori che possono essere messe insieme, ottenendo l’approvazione del bilancio europeo per avere quella del budget della Pac. Risorse alle quali si possono aggiungere capitoli di spesa agricola che provengano da altre forme, e che, insieme agli aiuti diretti di stato ottenuti - che non hanno superato il de minimis come richiesto, ma hanno comunque portato ad un tetto di 100.000 euro da utilizzare per le aziende agricole - e a possibili garanzie statali in grado di determinare un volano di liquidità, permettano di arrivare ad un montante per un’iniezione di liquidità sufficiente a far sopravvivere l’agricoltura. Perché non si può più parlare di Piani di “sviluppo rurale”, ma di “sopravvivenza rurale”, perché se vogliamo far sopravvivere l’agricoltura oggi per avere un’agricoltura domani fatta da agricoltori che continuino a custodire e presidiare il territorio, mantenere vive le aree rurali, dare valore aggiunto ai prodotti e al paesaggio, e garantire la salubrità del cibo, occorrono misure straordinarie per superare un momento altrettanto straordinario. Di fronte all’emergenza Covid-19 e alla quasi paralisi dell’Italia, la Cia-Agricoltori Italiani, nelle parole del presidente Toscana Luca Brunelli, lancia la richiesta di scelte coraggiose anche nello stravolgere “il sistema”, perché le aziende non rimangano senza liquidità, sottolineando come ogni giorno che passa la pandemia in atto stia modificando, forse indelebilmente, dal punto di vista economico e sociale, la vita degli italiani e delle aziende, e la necessità di affrontare il problema con coerenza e determinazione.
Mai come oggi, di fronte a quello che l’agricoltura sta vivendo, appare indispensabile avere un’Europa reale, unita, capace di agire e che abbia la forza per poterlo fare, e un’Italia altrettanto unita e coesa, con una politica concreta che determini indirizzi in quell’Europa, dicono gli agricoltori. Perché occorre stravolgere ogni sistema fin qui conosciuto se necessario, con coraggio, e con un’ingegneria normativa che permetta di trovare soluzioni straordinarie in tempi brevissimi, in tutti i settori. Settori tra i quali l’agricoltura è quello dove c’è forse più bisogno di cambiare ed innovare, per trovarle. Dal florovivaismo al vino, dall’olio ai cereali, tutte le fiere prima o poi sono e saranno in difficoltà, perché con il mondo che si ferma, il trasporto che si blocca, i ristoranti e gli hotel che chiudono e non c’è più turismo, non c’è più la possibilità di garantire quel volano che si era innescato nell’agricoltura italiana, con il rischio concreto che tutte le strutture entrino in difficoltà. Ma quando l’Italia tornerà alla normalità, le scelte coraggiose serviranno per rientrare negli schemi con soluzioni e superamenti di burocrazia che sono stati individuati, creando le condizioni per una Politica agricola che sia migliore, più semplice e snella.
Ma gli agricoltori, chiedono anche alla gdo, e di conseguenza a tutti gli italiani, di fare di più, vendendo più cibo italiano, privilegiando gli approvvigionamenti dalle aziende agricole del Paese, in grado di garantire, in qualsiasi momento, qualità, tracciabilità dei prodotti e sicurezza alimentare. Nonostante i comunicati di questi giorni, infatti, sugli scaffali ci sono ancora latte tedesco, carne francese, ortofrutta spagnola e fiori olandesi. Attraverso lo slogan #gdocompraitaliano, Cia lancia un appello a ipermercati, supermercati e negozi di generi alimentari per consentire, in questo momento di emergenza, una vera ripresa dell’agricoltura italiana. “I consumatori stanno privilegiando l’acquisto di prodotti alimentari come latte, uova, frutta, verdura, legumi, farina, che registrano notevoli incrementi delle vendite - sottolinea il presidente Dino Scanavino - per questo chiediamo ai protagonisti della gdo di sostenere concretamente i nostri produttori acquistando questi ed altri prodotti direttamente dalle aziende agricole del nostro Paese, che non stanno lesinando sforzi per garantire a tutti i cittadini, ogni giorno, cibo fresco e sano”.
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