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Cresce il “private label” in Italia, che vale 9,5 miliardi di euro, sui 52 totali del largo consumo confezionato. Bene soprattutto i prodotti premium e bio, come conferma Coop, leader della gdo e del segmento, con il 30% del mercato a marchio proprio

Tra voglia di risparmio e una sempre maggiore qualità e nella varietà del prodotto offerto, ma anche una crescente fiducia nelle insegne della grande distribuzione organizzata, cresce in Italia il business delle “private label”, che ha raggiunto un fatturato di 9,5 miliardi di euro, il 18,3% del totale del largo consumo confezionato (52 miliardi di euro), con il Belpaese che sta andato, in questo senso, nella direzione già seguita in altri Paesi Ue, dove la marca del distributore rappresenta percentuali maggiori dal 30% di Francia e Germania al 45% in Uk. Con i consumatori che guardano sempre meno a prodotti di primo prezzo, e sempre di più a quelli premium e “bio”. A dirlo lo studio di Federdistribuzione e Adem Lab (Università di Parma) a “Marca 2016”, il salone specializzato di scena nei giorni scorsi a Bologna (www.marca.bolognafiere.it).
Tendenze confermate anche dai risultati del leader assoluto della gdo italiana, Coop (www.e-coop.it), che, con 3 miliardi di euro di fatturato a “marchio proprio”, vale il 30% del totale. “Particolarmente importante - ha spiegato Roberto Nanni, responsabile strategia prodotto a marchio Coop - l’incremento a doppia cifra delle linee Fior Fiore (l’eccellenza gastronomica), Vivi Verde (il biologico) e Bene.sì (i prodotti salutistici). Estenderemo l’informazione sull’origine delle materie prime che compongono i nostri prodotti e continueremo a svolgere un’azione di costante presidio valoriale”.
Tra gli impegni presi per il 2016, Coop ha dichiarato di voler estendere il progetto “Origini Materie Prime”, che permette ai consumatori in tempo reale, attraverso un semplice link al sito dedicato, di scoprire da dove provengono le principali materie che compongono quel prodotto ripercorrendo a ritroso la filiera, dalla tavola al campo. “L’idea che ne sta alla base - spiega Coop - è che bisogna andare oltre all’indicazione del produttore, e unica in Italia e in Europa, Coop ha attivato questo progetto di informazione già da due anni. Accanto “al dove si produce”, bisogna poi sempre indicare anche “il come”: l’origine è un’informazione utile, ma altrettanto importanti sono le garanzie sulle modalità produttive, sui controlli, sulle caratteristiche di sicurezza e qualità dei prodotti. Tutti campi valoriali su cui Coop è da sempre fortemente impegnata e su cui continuerà a svolgere un’azione di costante presidio”.

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