02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

CRESCE L’AMORE PER I FORMAGGI ITALIANI: NONOSTANTE I CLONI NON AUTORIZZATI SUI MERCATI STRANIERI I DATI DI COLDIRETTI INDICANO UN RADDOPPIO DELLE ESPORTAZIONI DAL 2001 AD OGGI, PER UN FATTURATO ESTERO TOTALE CHE ARRIVA A 2 MILIARDI DI EURO

Non Solo Vino
Il numero 1 è il Parmigiano Reggiano

Nonostante la crisi globale continuano a crescere a doppia cifra le esportazioni per i formaggi made in Italy: +21,5% negli ultimi 12 mesi, per il fatturato oltre i 2 miliardi di euro su base annuale. Lo dice Coldiretti su dati Istat, a “Cheese - Le Forme del Latte” (Bra, 16-19 settembre, http://cheese.slowfood.it).
Dai dati emerge anche che negli ultimi dieci anni i formaggi italiani consumati all’estero sono raddoppiati in valore, trainati soprattutto dai due “pesi massimi” Parmigiano Reggiano e Grana Padano, che si dividono poco meno della metà del valore totale delle esportazioni. L’aumento complessivo in valore nel mondo è del 32%, con un 27% di aumento negli Stati Uniti e del 34% nei paesi dell’Unione Europea. Anche i consumi nazionali non solo tengono, ma secondo dati Ismea segnalano un aumento del 6%, con punte del 21% per il Parmigiano e del 12% per il Grana.
L’indagine di Coldiretti evidenzia però che la concorrenza dei formaggi “taroccati” influisce comunque pesantemente sull’export dell’autentico formaggio italiano, con paesi come Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti dove solo il 2% della richiesta di formaggio italiano viene soddisfatta con prodotti autentici. Per il resto si tratta invece di imitazioni e falsificazioni ottenute sul suolo americano e con latte statunitense in Wisconsin, New York o California; ma a preoccupare sono anche le tendenze di Paesi emergenti come la Cina, dove il falso made in Italy è arrivato prima di quello originale e rischia di comprometterne la crescita. Non di solo Parmesan si tratta, conclude Coldiretti: tra i falsi formaggi italiani presenti sui mercati esteri sono spuntati anche il Romano dell’Illinois fatto con latte di mucca, la Fontina danese o svedese o il Gorgonzola a stelle e strisce. L’organizzazione agricola auspica che venga raggiunto il prima possibile un accordo in sede Wto-World Trade Organization che tuteli le denominazioni dai numerosi falsi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli