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Cresce la birra in Italia: consumi a +6%, grazie al boom dei birrifici artigianali che trainano anche la crescita delle esportazioni. Così Coldiretti da “Beer Attraction” a Rimini Fiera. “Fabbrica della Birra Perugia” è il “Birrificio dell’Anno” 2016

Con un balzo record del 6% sono stati gli acquisti di birra a far registrare il maggiore incremento nella spesa degli italiani in bevande alcoliche nel 2015, anche per effetto della nuova offerta di birre artigianali Made in Italy che stano rivoluzionando il mercato. A dirlo Coldiretti sulla base dei dati Ismea divulgato in occasione di “Beer Attraction”, l’appuntamento dedicato a specialità birrarie, birre artigianali, tecnologie, attrezzature e materie prime alla Fiera di Rimini (da ieri al 23 febbraio, www.beerattraction.it).
“Accanto alla possibile nascita del nuovo colosso che produrrà un terzo dei boccali bevuti ogni giorno nel mondo grazie all’accordo fra la SabMiller e Inbev che farà volar in Giappone il marchio nazionale storico Peroni, si assiste in Italia - sottolinea la Coldiretti - al boom dei microbirrifici artigianali che dieci anni fa erano poco più di una trentina ed ora sono circa un migliaio per una produzione stimata in 45 milioni di litri”. Ad incoronare la migliore di queste realtà è stato il premio assegnato da Unionbirrai, che ha nominato la “Fabbrica della Birra Perugia” Birrificio dell’Anno 2016, realtà umbra di Antonio Boco, Matteo Natalini e Luana Meola, imprenditori-artigiani under 40 che, nel 2011, hanno fatto rivivere lo storico marchio nato nel 1875 , e che aveva cessato la sua attività nel 1927, che in pochi anni si è imposto sul fronte della qualità facendo incetta di riconoscimenti in Italia e all’estero.
Caso eccellente, quello perugino, di una “nuova produzione artigianale made in Italy - continua la Coldiretti - molto diversificata con numerosi esempi di innovazione, dalla birra aromatizzata alla canapa a quella pugliese al carciofo di colore giallo paglierino, ma c’è anche quella alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso. Numerose - continua la Coldiretti - sono le iniziative progettuali agricole che si basano sull’impiego dell’orzo aziendale in un contesto produttivo a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore. Una offerta appetibile per gli oltre 30 milioni di appassionati consumatori di birra presenti in Italia per un consumo procapite annuo di 29 litri, con ampie possibilità di crescita rispetto a Paesi come la Repubblica Ceca con 144 litri pro capite, l’Austria 107,8, la Germania 105, l’Irlanda 85,6, il Lussemburgo 85 o la Spagna 82”.
La birra italiana vola anche all’estero, “con le esportazioni che - precisa la Coldiretti - sono praticamente triplicate negli ultimi dieci anni, dalla Gran Bretagna alla Germania. Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni, che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. A sostenere la produzione italiana di birra - conclude la Coldiretti - ci sono le coltivazioni nazionale di orzo con una produzione di circa 860.000 tonnellate di orzo nel 2014 su una superficie complessiva investita di 226.000 ettari. Per quanto concerne la produzione di birra, la filiera cerealicola unitamente al Ministero delle Politiche Agricole ipotizzano un impegno annuo di granella di orzo pari a 90.000 tonnellate”.

Focus - “Beer Attraction”, la birra artigianale, a piccole dosi fa bene alla salute e nello sport. A dirlo Luca Gatteschi, medico nutrizionista
La birra? Contiene molti nutrienti e se presa in piccole dosi può essere un vero toccasana. Quello che ha svelato Luca Gatteschi, giudice nel Concorso “Birra dell’Anno” e consigliere di Sinseb (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere) e medico della Nazionale Italiana di Calcio, sfata luoghi comuni e spiega gli importanti effetti della bevanda sulla salute di uomini e donne. I dati del Convegno “Birra e salute, birra e sport. Incontri possibili o impossibili?”, parlano chiaro: la birra, soprattutto quella artigianale, che ha caratteristiche importanti a livello qualitativo per via della selezione attenta delle materie prime e del tipo di lavorazione, se consumata con moderazione, è benefica sotto vari aspetti. Assunta dalle donne in pre e post menopausa riduce la perdita di calcio dalle ossa contrastando l’osteoporosi, ha inoltre un’azione favorente anche nei diabetici, migliorando la risposta all’insulina, e nei cardiopatici.
“Dobbiamo ripartire dal concetto fondamentale per cui l’alimentazione è un fatto culturale oltre che sociale, non si può riportare tutto all’analisi degli effetti positivi e negativi di un singolo alimento, che invece va inquadrato nel concetto generale di alimentazione”. Si alza dunque il sipario su uno dei temi più dibattuti a livello internazionale e sul quale l’Italia sta cominciando a prendere appunti. “La maggior parte delle risposte - continua Gatteschi - è legata alla genetica e allo stile di vita in generale. Va poi considerato il piacere, il gusto tanto in senso stretto che in termini di convivialità. La birra artigianale è legata al gusto”.
Lo si capisce soprattutto quando il noto nutrizionista fa dipendere un giusto stile di vita e dunque un consumo consapevole di birra (artigianale) dalla spinta culturale del consumatore verso questo tipo di prodotto: educandolo alla “degustazione”, intesa come consapevolezza della qualità della bevanda, si potrebbe raggiungere presto la soddisfazione del palato evitando gli eccessi. Come per un atleta, le migliori prestazioni della birra si vedono anche sul fronte sportivo. Le acque di utilizzo sono ricche di magnesio e, ha dimostrato l’International Journal of Sport Nutrition, la reidratazione con birra e acqua non è inferiore a quella apportata con la sola acqua. Lontano dallo sforzo ha effetti positivi, e grazie alla minore quantità di zuccheri, al maggior contributo di magnesio, fosforo, calcio e complesso B, se limitata ad una piccola quantità, la birra è anche più valida di un qualsiasi altro intregratore energetico perché più completo. “Una Gose, ad esempio, dopo una partita di tennis, ha lo stesso valore di un’aranciata”. Basta che non superi i 3-4 gradi alcolici e si può fare, l’incontro tra sport e birra è davvero possibile. Le donne, in questo caso, sono le più avvantaggiate: alcune ricerche avrebbero dimostrato una prestazione sportiva migliore il giorno dopo l’assunzione di birra.
“La partita si gioca anche sul campo degli antiossidanti e al pari del vino, cui l’effetto benefico dei polifenoli è molto conosciuto, la birra artigianale può segnare validi punti perché il luppolo ne contiene a sufficienza. L’importante - sottolinea con forza Gatteschi - è non estremizzare. Le sostanze agiscono sempre come fitocomplessi, non giocano un assolo”.

Focus - La Fabbrica della Birra Perugia è il “Birrificio dell’Anno 2016
“Un birrificio moderno dal cuore antico”. È la fabbrica della Birra Perugia, uno dei produttori con più storia in italia, ad aggiudicarsi il titolo di “birrificio dell’anno 2016”, riconoscimento ottenuto dalla sommatoria di punteggi del Premio “Birra dell’anno” n. 11 a “Beer Attraction” a Rimini. Dopo oltre un secolo dalla sua fondazione il birrificio di Pontenuovo di Torgiano, località a pochi chilometri dal capoluogo umbro e a due passi dal Tevere, può finalmente festeggiare tanto la rinascita, avvenuta nei primi anni del Duemila, quanto la tradizione di un territorio. “È un’emozione fortissima che arriva dopo l’oro dell’anno scorso nella categoria Apa (American Pale Ale) e vari altri riconoscimenti sia a livello nazionale che internazionale”: così Luana Meola, fresca di vittoria. “È la prima volta che mandiamo tutti i nostri prodotti al concorso, ci sentivamo pronti per un giudizio complessivo. Le nostre birre sono tutte beverine, caratterizzate da un ottimo equilibrio, mai estreme, semplici ma non banali, ciò che vince è il lavoro costante di ricerca qualitativa”.
Il gruppo perugino trionfa grazie agli ottimi piazzamenti ottenuti in alcune delle 26 categorie del concorso: secondo e terzo posto ex equo tra le birre chiare, ad alta fermentazione di ispirazione angloamericana (Golden Ale e Birra Perujah), e due primi posti assoluti rispettivamente nella sesta categoria riferita alle chiare ambrate English Ipa (Suburbia) e in quella delle birre acide (stili Gose e Biere de Garde, Birra Isterica).

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