02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)
IL RICONOSCIMENTO

Crescono i “Cavalieri del lavoro” del vino: nomine per Vittorio Moretti e Piero Mastroberardino

Il decreto firmato, oggi, dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Che allunga la ricca lista dei protagonisti del vino italiano

Se il vino è un’eccellenza del made in Italy, non sorprende che si allunghi, di anno di anno, l’elenco dei suoi grandi alfieri che vengono premiati con il titolo di Cavaliere del Lavoro. Che con il decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da oggi annovera anche Vittorio Moretti, uno degli imprenditori italiani di maggior successo, alla guida del Gruppo Terra Moretti, che comprende le cantine Bellavista e Contadi Castaldi, tra i riferimenti della Franciacorta, Sella & Mosca, un pezzo di storia del vino di Sardegna, ma anche Teruzzi, nella terra della Vernaccia di San Gimignano, e Petra, in Val di Cornia, a Suvereto, disegnata da grande architetto Mario Botta. E Piero Mastroberardino, alla guida della storica cantina di famiglia e tra i fari del vino della Campania (con il produttore che bissa, così, il titolo già andato in passato al padre Antonino Mastroberardino).
Nomi che si aggiungono, dunque, ad una lunga lista che si è arricchita di anno in anno (vedi focus). Vittorio Moretti, si legge nella motivazione, “è fondatore e presidente di Holding Terra Moretti, gruppo attivo nel settore vitivinicolo con i marchi Bellavista, Contadi Castaldi, Petra, Badiola, Teruzzi e Sella & Mosca. A metà degli Anni Settanta avvia l’attività con l’acquisto dei primi terreni in Franciacorta. Ne guida lo sviluppo ampliando la propria presenza in Toscana e rilevando le cantine Sella & Mosca in Sardegna. Oggi il Gruppo opera con oltre 1.000 ettari vitati, in proprietà e conduzione, di cui circa 600 in Sardegna. La produzione è di oltre 10 milioni di bottiglie l’anno tra Chardonnay, Pinot Bianco e Nero, Franciacorta, Vermentino e Cannonau. L’export è di circa il 18%. Occupa più di 450 dipendenti”. Piero Mastroberardino, invece, “è presidente di Radici Mastroberardino, azienda di famiglia attiva dal 1700 nel settore vitivinicolo con tenute localizzate in Irpinia. Nel 1996 ne assume la guida e attraverso acquisizioni e investimenti in impianti produttivi sviluppa la superfice vitata fino agli attuali 260 ettari di proprietà. Nel 2024 ha perfezionato cinque nuove acquisizioni nelle zone Docg tra Montemarano, Paternopoli, Castelfranci e Montefusco. Conta un laboratorio di ricerca interno e produce circa 2 milioni di bottiglie l’anno, commercializzate in 50 Paesi. La cantina è nota per i suoi vini a base di uve Aglianico prodotti con la denominazione Taurasi Docg. Occupa oltre 100 dipendenti”.

Focus - Tutti i “Cavalieri del Lavoro” del vino
Da Piero Antinori, che con la Marchesi Antinori è uno dei massimi ambasciatori del vino e dell’eleganza enoica italiana, a Bruno Ceretto, uno dei grandi che hanno fatto la storia di Barolo, da Arnaldo Caprai, la cui cantina, guidata dal figlio Marco Caprai, ha rilanciato il Sagrantino di Montefalco ed il suo territorio nel mondo, a Franco Argiolas, produttore di riferimento della Sardegna del vino, da Paolo Panerai, alla guida di Class Editori (e azionista di maggioranza del Gambero Rosso), produttore di grandi vini in Toscana (con Castellare di Castellina nel Chianti Classico e Rocca di Frassinello in Maremma) e in Sicilia (con Feudi del Pisciotto e Gurra di Mare), a Sandro Boscaini, alla guida di una delle realtà leader dell’Amarone della Valpolicella come Masi, da Maria Cristina Loredan Rizzardi, la cui famiglia annovera tra i propri avi anche un Doge di Venezia, proprietaria della cantina Guerrieri Rizzardi, a tre grandi nomi che hanno fatto la storia del vino di Sicilia, come il patriarca Diego Planeta (scomparso nel settembre 2020), fondatore della cantina Planeta, oggi guidata da Alessio, Francesca e Santi Planeta, Giacomo Rallo, creatore di Donnafugata (scomparso nel maggio 2016), oggi guidata da Antonio e Josè Rallo, e Giuseppe Mastrogiovanni Tasca, fondatore della griffe Tasca d’Almerita (scomparso nel gennaio 1998), oggi guidata da Alberto Tasca d’Almerita, o ancora Gino Lunelli, presidente ad honorem della Cantine Ferrari di Trento, oggi guidate da Matteo Lunelli (insieme a Camilla, Alessandro e Marcello Lunelli), e Marilisa Allegrini, ai vertici del gruppo che ne porta il nome. Passando, ancora, per personaggi come Ezio Rivella (scomparso a gennaio 2024), enologo-manager che, negli anni Ottanta del Novecento, è stato anima della nascita di Castello Banfi, a Montalcino, uno dei più grandi investimenti privati nati da zero (da parte della famiglia italo-americana Mariani) nel mondo del vino italiano. E poi, nel 2023, Piernicola Leone De Castris, alla guida della storica Leone De Castris, fondata a Salice Salentino nel 1665 da Oronzo Arcangelo Maria Francesco dei Conti di Lemos, e presente sul mercato con le proprie etichette sin dal 1925, oggi tra le realtà più solide della viticoltura del Meridione; e Francesco Paolo Valentini, viticoltore abruzzese capace di imporsi, con i suoi vini naturali, su tutti il Trebbiano, nel difficile mercato dei fine wines, diventando una vera e propria griffe, protagonista nelle aste internazionali e sulle tavole stellate. Nel 2024, poi, l’ingresso di un altro nome importante, quello di Matteo Lunelli, alla guida di Ferrari Trento e del Gruppo Lunelli. Ed in questo 2025, come detto, Vittorio Moretti e Piero Mastroberardino (che si aggiunge così al padre Antonio Mastroberardino).

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli