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CRESCONO I NUMERI DEL PROSCIUTTO DI PARMA CON L’EXPORT A +4%, IL 10, 6% IN PIU’ DI AFFETTATO SUL MERCATO E IL +7,5% PER IL PRE-AFFETTATO NEL 2011. IL CONSORZIO A “EUROCARNE” (VERONA, 24/27 MAGGIO). E SULL’AGROPIRATERIA: “FARE SISTEMA CON ALTRE DOP”

Oltre 9 milioni di prosciutti marchiati, l’export cresciuto del 4% e una vocazione sempre maggiore ai servizi, testimoniato dal +10,6% di affettato. Inoltre, si conferma positiva la realtà del cosiddetto “pre-affettato”, che grazie a una trentina di laboratori ha immesso sul mercato l’equivalente di più di 1 milione di prosciutti in vaschetta (+7,5% sul 2010). Sono solo alcuni dei numeri relativi al 2011 di uno dei prodotti più prelibati e famosi del made in Italy: il Prosciutto di Parma, tra i protagonisti di “Eurocarne”, il salone triennale internazionale sulle tecnologie e i prodotti per la lavorazione, conservazione, refrigerazione e distribuzione delle carni, di scena dal 24 al 27 maggio a Verona, promosso da Veronafiere con Ipack-Ima, Mostra internazionale dedicata all’imballaggio e al confezionamento, logistica industriale, macchine per l’industria alimentare (info: www.eurocarne.it).
Le good news arrivano dal presidente del Consorzio di tutela del Prosciutto di Parma, Paolo Tanara, che sul problema dell’agropirateria, che accomuna il celebre prodotto, ad altre eccellenze del made in Italy, dice: “fare sistema con le altre Dop”.
“Il 2011 è stato indubbiamente un anno in cui il comparto ha sofferto un po’ la contrazione del mercato - dichiara Tanara - ma abbiamo saputo agire efficacemente, continuando a investire sulla qualità del nostro prodotto. Le esportazioni si confermano in buona salute e i risultati del prodotto affettato dell’ultimo trimestre ci dimostrano che stiamo andando nella giusta direzione - sostiene il presidente - dobbiamo però fare sistema con le altre Dop per aumentare la forza di penetrazione. Noi del Consorzio punteremo sui Paesi extra-europei, e l’Indonesia è soltanto l’ultimo traguardo. L’agropirateria. Il business del falso made in Italy vale 60 miliardi di euro l’anno e fra le vittime illustri contempla naturalmente anche il Prosciutto di Parma. Nel nostro comparto - afferma Tanara - la presenza di queste frodi è diffusa e polverizzata in miriadi di piccoli negozi e attività commerciali. E se consideriamo il web, il monitoraggio diventa ancora più complicato, mentre le risorse per i controlli sono esigue”.

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