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CRISI O NON CRISI, PER GLI AGRITURISMI E’ BOOM: SECONDO L’ISTAT DAL 2003 AL 2012 IL SETTORE E’ CRESCIUTO DI QUASI IL 60%, CON POSTI LETTO E CAPACITA’ DELLE STRUTTURE IN SCIA. BENE TOSCANA E PIEMONTE, IN CRESCITA NORD-OVEST E CENTRO, MALE LA CAMPANIA

Un vero è proprio boom. Nonostante gli sconquassi globali dell’economia che hanno avuto luogo negli ultimi sette anni, il settore dell’agriturismo in Italia ha registrato una crescita tale da permettere l’uso del termine, che rimanda a tempi decisamente più felici per l’economia del paese. Inoltre il settore ha sostanzialmente tenuto nel corso dell’ultimo biennio, a riprova della robustezza del comparto all’interno dell’industria turistica nazionale. A dirlo è l’Istat, che ha analizzato nel dettaglio gli ultimi dieci anni di vita del settore in un proprio report.

Negli ultimi dieci anni, le aziende agrituristiche hanno segnato un aumento del 57,3%, da 13.000 ad oltre 20.500, gli alloggi del 57% (da 10.800 a 16.900) e gli agroristori del 63,8%, da circa 6.000 a circsa10.000. In crescita anche i posti letto e quelli a sedere, rispettivamente con 87.700 e 147.800 unità, enche le aziende con degustazione e altre attività agrituristiche crescono notevolmente (rispettivamente +42,2% e +61,1%). Fra le altre attività, risultano in forte aumento lo sport, i corsi e le attività varie (rispettivamente di 2.131, 1.316 e 1.131 unità).

Passando all’analisi per area geografica, tra il 2011 e il 2012 nelle regioni del Nord-ovest e del Centro le aziende agrituristiche sono cresciute in misura più rilevante delle altre (rispettivamente +5,8% e +2%): in termini assoluti gli incrementi maggiori riguardano Toscana e Piemonte, con 60 e 54 unità, e il calo più rilevante si riscontra in Campania (-424 unità).

Le 1.286 autorizzazioni rilasciate nel 2012 (+97 rispetto al 2011) sono più numerose in Abruzzo (162 unità) e in Lombardia (115 unità); seguono la Toscana, con 103, e l’Umbria con 101 unità. Nel 2012, tra le 1.225 aziende cessate (+476 rispetto al 2011), 772 sono localizzate nel Mezzogiorno, 273 nel Nord e 180 nel Centro. Anche il più alto numero di cessazioni è avvenuto in Campania ,con 450 casi, pari al 36,7% del totale nazionale. La distribuzione per zona altimetrica, infine, mostra la netta prevalenza degli agriturismi collinari e montani (pari all’84,9% del totale) rispetto a quelli localizzati nelle aree pianeggianti. Infine, circa la metà degli agriturismi montani si trova in Trentino-Alto Adige.

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