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CRISI - PARLA LA GIOVANE ECONOMISTA CHIARA INNOCENTI: “DA BANCA RITORNO ALLA TERRA FUGGITA DALLA CITTA’, NON RIPIEGO MA SCELTA CORAGGIOSA”. ECCO LA SUA INTERVISTA ALL’AGENZIA ANSA

Un tempo si scappava dai campi con la speranza di un futuro migliore e più dignitoso nelle città. Oggi la ventata gelida di precarietà e insicurezza giunta con la crisi, unita alla voglia di riscoprire una dimensione più umana e serena dell’esistenza, sta portando molti giovani a scegliere di ripercorrere in senso inverso il viaggio compiuto decenni fa dai nonni: 2012 fuga dalla città. E se è vero che ancora oggi l’agricoltura italiana, come il resto del Paese nel suo insieme, è caratterizzata dalla gerontocrazia (solo il 2,9% delle aziende è gestito da under 35, contro una media del 6,1% in Ue; gli over 65 sono il 44,5%), non si può non tener conto del fatto che quasi un giovane su dieci sceglie di fare impresa nei campi.

La crisi ci ha messo lo zampino, vero. Ma il ritorno alle origini non è un ripiego. E’ un’opportunità di vita diversa. La scelta coraggiosa di seguire il proprio istinto e la passione. Come Chiara Innocenti, giovane economista votata alla produzione di vino e olio, oggi presidente dei giovani agricoltori Cia della Toscana. Ai giovani è dedicato il convegno Cia “Agriyou-Terra Giovane”, che ospita imprenditori under 40 da 20 Paesi europei.

“Dopo la laurea in Economia e Commercio - racconta - mi sono trasferita a Milano, dove ho trovato un buon impiego in banca. Un lavoro fisso, stabile, ben remunerato, sbocco naturale e coerente dei miei studi. Eppure sentivo che mi mancava qualcosa, che non era questa la vita che desideravo. Così un giorno, complice l’amicizia con una ragazza biologa, ho fatto armi e bagagli e sono tornata nella mia terra per aprire assieme a lei un’azienda agricola. Era il 2008, l’inizio della crisi”. Chiara assicura di non essersi mai pentita della scelta, anche se ammette: “è dura, davvero dura, specialmente all’inizio. Servirebbero maggiori agevolazioni, soprattutto per il credito, oltre a un carico fiscale meno opprimente: con l’introduzione dell’Imu non so come farò ad arrivare a fine mese”.

Un grido d’allarme che merita di essere ascoltato, perché le giovani leve non solo hanno voglia di fare, ma sembra che ci sappiano anche fare, favorite da un tasso di istruzione molto più elevato. Secondo la Cia, oltre il 52% delle imprese under 40 ha una propensione spiccata all’innovazione e alla multifunzionalità, e crea in media il 35% in più del valore raggiunto rispetto ai colleghi più anziani. E, nonostante la crisi, negli ultimi 5 anni (dati Ismea), il 23% degli under 35 ha scelto la strada dell’innovazione, riuscendo a ridurre i costi di produzione (18%) e migliorando la qualità (16%).

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