Prezzi in caduta libera nel 2005 per il miele italiano, con un calo del 15-20% rispetto alla passata stagione. Lo rileva l'Ismea sottolineando che l' andamento del settore nel 2005 segue quello già negativo del 2004 con quotazioni in calo del 10-15%. La domanda di prodotto italiano è apparsa, per tutto il 2005, debole o comunque limitata a modesti quantitativi di merce. Il miele nazionale, d'altra parte, soffre da mesi il peso della concorrenza straniera, con i millefiori di provenienza cinese o argentina quotati a 1,10-1,30 euro il chilogrammo, vale a dire circa l'80% in meno rispetto al prodotto italiano. Negli ultimi mesi del 2005 il mercato del miele è risultato sostanzialmente stabile. Le transazioni di dicembre sono state piuttosto limitate, con quotazioni basse per il millefiori che ha raggiunto 2 euro in Piemonte e Emilia Romagna e 1,90 euro in Toscana. Tra le altre tipologie, il miele di castagno ha oscillato tra i 2,50 di Lombardia ed Emilia Romagna e i 2,60 euro in Piemonte. Il prezzo del miele di tiglio e di agrumi ha oscillato tra 2,90 e 3 euro mentre il miele di acacia ha raggiunto 3,10 euro in Toscana e Emilia Romagna (il prezzo è inteso franco produttore, Iva inclusa). Per quanto riguarda la produzione di miele in Italia nel 2005 - stando ai dati dell'Ismea - è da considerarsi abbondante per l'acacia, con punte di 40-45 chilogrammi ad alveare e una media stimabile attorno ai 30 chilogrammi, mentre è risultata piuttosto critica per il miele di agrumi, con raccolti decisamente scarsi in Sicilia e Sardegna, a causa delle avverse condizioni climatiche e di alcuni attacchi di nosema. Disomogeneo, invece, è il quadro produttivo del miele di castagno, con una media di 15-20 chili ad alveare, mentre il girasole, con la ripresa degli investimenti, ha avuto ottimi riscontri in Abruzzo e Molise (35 chilogrammi ad alveare), raggiungendo buoni livelli anche nelle Marche e in Toscana (25 chilogrammi). Buono il raccolto estivo del millefiori soprattutto in Toscana, Umbria e Lazio, con esiti positivi (20-25 chilogrammi ad alveare) anche in Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna.
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