“Terra Madre è una sfida italiana e un incontro con il mondo. Ma per aprirsi al globale bisogna avere radici sane. Non dobbiamo andare verso il prodotto unico e l’appiattimento culturale. Ci mancherebbe la libertà e il mondo sarebbe più povero, senza bellezza. L’originalità delle colture e delle culture sono le basi del rispetto reciproco e della convivenza, fondamentali per la costruzione della pace e dello sviluppo sostenibile. La battaglia della vostra larga comunità sono idee che si sono fatte strada nella pubblica opinione. Curare la terra e ripensare al cibo come strumento della vita delle persone sono questioni cruciali di convivenza e politiche. Come il made in Italy è un risultato d’insieme, di bellezza, natura, cultura, società, Terra Madre allarga questo gioco di insieme alle comunità del mondo”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tagliando il nastro di “Terra Madre Salone del Gusto” a Torino (secondo Presidente dopo Napolitano a farlo nella storia), dopo un “abbraccio” a tutti gli agricoltori che, ogni giorno, sono al lavoro per difendere e mantenere la biodiversità d’Italia, vera ricchezza del nostro Paese, nella Torino invasa dalle Comunità del cibo di tutto il mondo riunite nella rete della Chiocciola, in cui il Capo dello Stato si è concesso un’insolita passeggiata “slow” tra i Presìdi italiani, con il fondatore e presidente internazionale di Slow Food Carlo Petrini e il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina.
“La sua presenza - ha detto Petrini - mi dà forza per ribadire la nostra italianità. Ma mai come oggi anche in Italia la nostra economia non rispetta gli agricoltori. Si paga il grano come 30 anni fa, siamo in una situazione disperata, e le aziende chiudono. Ma è nell’Italia contadina che il profeta laico Pier Paolo Pasolini ci invitava a rispettare che batte il cuore del nostro Paese. La nostra economia non rispetta i contadini, attenti, dopo gli anni della crisi, solo a qualche zero in più. Una delle autorità più importanti del Pianeta ha detto che questa economia uccide, e noi abbiamo il dovere di ascoltare la sua denuncia. Anche noi italiani che pensiamo di essere tutti ricchi ci comportiamo con onorevole carità con i poveri, che invece sono i nostri maestri. Questo mi ha insegnato Terra Madre. Noi italiani veniamo dalla povertà, e i contadini con la schiena dritta ci hanno insegnato a vivere, nelle mie Langhe come nella sua Sicilia, Presidente”.
“Questo evento - ha detto Petrini - in 12 anni con sobrietà ha fatto grandi cose: ha lanciato i mercati contadini in tutto il mondo, dall’Italia agli Usa dove erano impensabili, e in tempi non sospetti, ha proposto di ritornare agli orti, ancora dall’Italia e da qui in tutto il mondo, fino ai 10.000 orti in Africa. Grazie ad Alice Waters è nato, impensabilmente, un orto alla Casa Bianca e la first lady Michelle Obama ha fatto dell’educazione alimentare una grande campagna. A me piacerebbe che ci fosse un orto al Quirinale - ha aggiunto Petrini - che possa servire per gli ospiti ma anche per le scuole. Nella nostra storia e cultura non era separato dal giardino, furono gli aristocratici a far sì che lo fosse, nel Seicento. Per i latini l’orto era un giardino di delizie. Lo sa bene il Presidente Mattarella nella sua Sicilia. Io penso che la casa degli italiani, come per primo il Presidente Azeglio Ciampi ha definito il Quirinale, debba avere un orto. Quando i nostri padri costituenti hanno scritto il primo articolo della nostra Costituzione di una Repubblica fondata sul lavoro, più del 50% degli italiani erano contadini. E quei contadini nelle mie Langhe hanno fatto la Fiat e la Ferrero. Dobbiamo fare in modo che il nostro Paese torni ad essere orgoglioso della sua storia”. “Devo dare, infine una risposta a Petrini - ha detto Mattarella - la Presidenza del Quirinale ha un magnifico orto a Castel Porziano e quando ospitiamo Capi di Stato in tavola serviamo i suoi prodotti. È un valore aggiunto e il nostro messaggio di ridare valore all’agricoltura”.
“Vi propongo tre verbi - sono state le parole di Petrini - imparare invece di insegnare, dai poveri e dai contadini; restituire la terra a quei popoli e Paesi che abbiamo colonizzato; e, poi, la parola più bella: condividere. Il bene di relazione è il bene al centro di Terra Madre, dove l’aspetto economico è legato alla dignità di chi lavora. Nell’economia che uccide questo vale zero, ma nell’economia vera è il coagulo del bene pubblico. Terra Madre è un esercizio straordinario di beni relazionali: di quelli privati sappiamo tutto, un giorno o l’altro qualche economista proporrà anche quelli relazionali e allora prenderà anche il Nobel”. E, un verbo, lo ha proposto anche il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “far sedere Terra Madre e Carlo Petrini al tavolo del G7 dei Ministri dell’Agricoltura, che organizzeremo in Italia a ottobre 2017. Potremo così dare voce a contadini, allevatori e pescatori di ogni parte del mondo per affrontare insieme questioni fondamentali”.
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