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Curiosi (38%), parsimoniosi (31,1%), spensierati (18,1%) e sregolati (12,8%): ecco gli italiani a tavola in vacanza secondo un’indagine Fipe, da cui emerge un’attenzione alla salute maggiore in ferie che nella vita di tutti i giorni ...

Non Solo Vino
Gli italiani a tavola in estate: più attenti alla salute

Curiosi (38%), parsimoniosi (31,1%), spensierati (18,1%), e sregolati (12,8%): ecco gli italiani a tavola in vacanza secondo un’indagine Fipe-Confcommercio, da cui emerge, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, un’attenzione alla salute maggiore in ferie che nella vita di tutti i giorni ...
Che siano in casa, in albergo o in camping, il 52,6% degli italiani cambia le proprie abitudini alimentari in vacanza. A cominciare dal ripristino del regolare ciclo dei pasti sempre più compromesso dai ritmi della vitalavorativa.
7 su 10 seguono, quando sono in vacanza, la regola dei tre pasti quotidiani. Il restante 32% dichiara, al contrario, di seguire un ritmo alimentare poco organizzato. Si tratta di percentuali ben lontane da quelle riscontrate nei periodi di normale attività quando per molti non si capisce più, tra pranzo e cena, quale sia il pasto più importante della giornata.
E persino a colazione la vacanza fa tornare alle buone e sane abitudini. 1 su 4 dichiara di farla abbondante, al contrario di quanto gli capita nel corso dell’anno quando riesce a prendere solo un caffè sulla porta di casa.
Non manca chi dichiara di mangiare meno (37,5%) o di consumare cibi più leggeri (15,2%) insieme ad una più attenta selezione degli alimenti. Ma c’è anche un 32,4% che afferma di mangiare di più e riguarda, come si rileva dall’incrocio con la condizione professionale, principalmente lavoratori e studenti, ossia chi durante l’anno si trova spesso fuori casa.
Si consumano di più frutta, verdura e pesce e si fa a meno di insaccati, carne e formaggi. Persino la pasta perde terreno sulla tavola dell’italiano in vacanza.
Emerge, dunque, un regime alimentare salutista con l’obiettivo di puntare al riposo e alla disintossicazione alimentare (e mentale) più che allo sfrenato divertimento consumistico.
Qualche eccezione sull’alcol dove a fronte di un comportamento che non cambia per sette italiani su dieci si riscontra un 19,5% che dichiara di consumarne un po’ di più ed un 9% che afferma di farne un consumo notevolmente maggiore.
“Sembra che in vacanza - commenta Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio - gli italiani riscoprano di essere italiani tornando a prestare la giusta attenzione a come ed a cosa si mangia. Mangiare in modo regolare, consumando cibi più leggeri senza rinunciare al gusto, fa parte di una tradizione che viene da lontano e che purtroppo rischiamo di perdere. Penso soprattutto ai giovani che si mostrano sempre più estranei al nostro modello alimentare. È una fortuna, tuttavia, che almeno in vacanza la maggior parte degli italiani cerchi di ristabilire un rapporto corretto con le buone abitudini alimentari”.
Dove si consumano i pasti? Per lo più in casa (50,2%) e, in particolare a cena, in ristoranti, pizzerie e altri pubblici esercizi (32,4%). Ma tra chi ha trascorso o sta trascorrendo la vacanza in casa solo il 15,8% preferisce consumare i pasti fuori casa.
Tuttavia, la condizione di turista accresce , ovviamente la propensione a frequentare i pubblici esercizi. Il 45,3% li frequenta con maggiore assiduità ed il 28,8% anche ma dipende dal tipo di vacanza. Sulla base delle abitudini alimentari in vacanza gli italiani si possono suddividere secondo quattro stili alimentari.
I curiosi
Coloro che considerano il cibo come uno degli aspetti caratterizzanti la cultura dei luoghi visitati. Sperimentano e sono felici di scoprire i legami tra alimentazione e stili di vita. Abbandonano, temporaneamente, le proprie abitudini per calarsi in quelle del territorio che li ospita. Definiti i “curiosi” sono il 38,0% degli italiani in vacanza. Il profilo del gruppo si caratterizza per un’età superiore ai 45 anni, per l residenza al Nord (sia Nord Est che Nord Ovest) e per una leggera predominanza di uomini.
Gli spensierati
Quelli che possiamo definire amanti della buona cucina. In vacanza si concedono pranzi e cene in ristoranti dove desiderano essere coccolati. All’insegna del recupero psicofisico sono amanti della cucina italiana. Definiti “spensierati” per il loro dedicarsi alla ricerca del relax staccando il più possibile con le incombenze che il lavoro propone durante l’anno. Sono principalmente donne di et à superiore ai 45 anni residenti al Nord Italia e ammontano al 18,1% della popolazione.
I parsimoniosi
A seguire quelli definiti “parsimoniosi”, per i quali la vacanza è vissuta all’insegna del risparmio. L’alimentazione è un fattore secondario che può essere affrontato mediante pasti «mordi e fuggi». Il loro comportamento è caratterizzato dalla preferenza nel destinare soldi al divertimento piuttosto che al cibo con una tendenza alla frequentazione di luoghi di ristorazione veloce. Sono principalmente giovani con età inferiore ai 45 anni residenti al Centro - Sud con una predominanza di uomini. Questo segmento ammonta al 31,1% della popolazione.
Gli sregolati
Per finire gli “sregolati” che in vacanza cancellano ogni freno inibitorio. Accade anche con l’alimentazione. Niente orari e niente regole. Si mangia quando si può e si mangia tutto ciò che si desidera. Composta principalmente da donne con età inferiore ai 45 anni residenti al Centro - Sud Italia, questa tipologia ammonta al 12,8% degli italiani in vacanza.
Dalla segmentazione emergono due evidenze. La prima è che la maggioranza degli italiani mostra un’attenzione particolare all’alimentazione salutare, ricercata e rispettosa delle tradizioni e della cultura del territorio. La seconda è che non vi è differenza significativa tra uomini e donne nel modello alimentare seguito durante la vacanza, mentre esiste una importante divergenza tra classi di età e provenienza territoriale.

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