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L’INTESA

Da Agrifish no ai tagli alle giornate di pesca nel 2026 che avrebbero messo in crisi il settore

Scongiurata la riduzione del 64% dell’attività come avrebbe voluto la Commissione Ue, dicono il Ministro Lollobrigida e le associazioni di filiera
AGRIFISH, FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, GIORNATE DI LAVORO, MINISTRO DELL'AGRICOLTURA, PESCA, PESCATORI, UE, Non Solo Vino
Pesca, accordo in Agrifish evita la riduzione delle giornate di attività

Esultano i pescherecci e le marinerie del Mediterraneo dopo l’accordo di compromesso raggiunto ad Agrifish dal Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura e della Pesca dei Paesi Ue, e che fissa a 143 le giornate di attività di cattura, correggendo la proposta iniziale della Commissione che prevedeva la riduzione del 64% dell’attività delle imbarcazioni a strascico. “Un taglio che avrebbe messo in ginocchio centinaia di imprese ittiche, l’economia delle zone costiere e l’accesso dei consumatori al pesce fresco nazionale, di qualità certificata, aprendo le porte a ulteriori importazioni. Non è un caso che la dipendenza dall’estero per il pesce sia schizzata dal 30% all’85% negli ultimi quarant’anni”, sottolinea Coldiretti Pesca che parla, in merito all’accordo trovato, nei giorni scorsi, a Bruxelles, di “grande successo per l’Italia”. Come rivendicato anche dal Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “buone notizie per i nostri pescatori. Non subiranno alcun taglio alle giornate di pesca nel 2026 - ha scritto su Facebook - abbiamo scongiurato le proposte senza senso della Commissione Europea che chiedeva di ridurre di oltre la metà le giornate in mare dei nostri pescherecci e rispetto all’anno scorso abbiamo migliorato le condizioni di lavoro delle marinerie italiane”. Per salvaguardare una filiera che in Italia conta 12.000 imbarcazioni e un giro d’affari complessivo di poco meno di 750 milioni di euro.
“È un risultato che ci soddisfa, frutto del grande impegno portato avanti dal Ministro, assieme al sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra e alla direzione Pesca del Ministero - commenta Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca - ed è la dimostrazione di come, quando il settore viene ascoltato e supportato, sia possibile conciliare tutela degli stock ittici e futuro delle imprese. Siamo riusciti a fermare proposte prive di buon senso che avrebbero penalizzato in modo irreversibile le nostre marinerie. Ha prevalso una visione pragmatica, costruita grazie all’impegno del ministero e al lavoro congiunto delle organizzazioni della pesca. Quando l’Italia fa squadra in Europa, i risultati arrivano”.
Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, oltre ad esprimere soddisfazione parla anche di danno scongiurato: “l’accordo raggiunto in sede Agrifish evita al comparto della pesca del Mediterraneo occidentale un danno economico stimato in oltre 300 milioni di euro l’anno, che sarebbe derivato dalla proposta iniziale della Commissione Europea di ridurre fino al 64% i giorni di pesca nel 2026. Un colpo durissimo a migliaia di imprese, lavoratori e intere comunità costiere”.
Per il presidente Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti, “la politica dimostra che è possibile coniugare sostenibilità ambientale, tutela del lavoro e salvaguardia della tenuta socioeconomica delle comunità costiere”.
Decisivo il ruolo della Presidenza danese di turno, che ha guidato il confronto superando l’impostazione della Commissione e mettendo al centro il principio di equilibrio tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica e sociale: “abbiamo raggiunto un compromesso con ampio sostegno da parte degli Stati membri, offrendo ai pescatori certezza sulle loro opportunità di pesca per il 2026 - ha detto il Ministro dell’Alimentazione, Agricoltura e Pesca della Danimarca, Jacob Jensen - il compromesso trova un equilibrio tra i pareri scientifici e la tutela degli stock ittici vulnerabili, garantendo al contempo le migliori condizioni possibili per un settore della pesca sostenibile in futuro”.
Nel dettaglio, l’intesa politica definisce i totali ammissibili di cattura (Tac) e i limiti di sforzo di pesca per i principali stock commerciali in Atlantico, Mare del Nord, Mediterraneo e Mar Nero, oltre ad alcune misure pluriennali fino al 2028. Nel Mediterraneo occidentale, i ministri hanno deciso di mantenere invariato nel 2026 il livello di sforzo di pesca del 2025 per i pescherecci a strascico nelle acque di Spagna, Francia e Italia, introducendo al tempo stesso una versione rivista del meccanismo di compensazione che assegna giorni aggiuntivi a chi utilizza attrezzi più selettivi o applica misure nazionali di conservazione. Sempre nel Mediterraneo, viene confermata la stabilità delle catture per gambero blu e rosso e per il gambero gigante rosso, mentre nel Mar Nero il Tac per il rombo cala leggermente rispetto al 2025, includendo il riporto delle quote Ue non utilizzate nel 2024. Per Atlantico e Mare del Nord sono coperti 24 Tac gestiti autonomamente dall’Ue e i ministri hanno concordato aumenti mirati delle catture, tra cui i rombi nel Golfo di Biscaglia sud e nelle acque portoghesi e atlantiche (+12%) e lo scampo nel Golfo di Biscaglia (+54%). Al tempo stesso, per tutelare gli stock più vulnerabili, sono previste riduzioni dei Tac per specie come sogliola, sgombro, pollack, rana pescatrice e scampo in alcune aree, in linea con i pareri scientifici ma tenendo conto delle ricadute socio-economiche. Il Consiglio dell’Ue, fa sapere, adotterà il regolamento in una delle prossime sessioni, sarà, quindi, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e si applicherà a partire dal 1 gennaio 2026.

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