Le esportazioni Made in Italy in Russia hanno raggiunto il minimo da 10 anni per effetto dell’ulteriore crollo del 24% registrato in gennaio 2016. Emerge da un’analisi della Coldiretti, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero dal quale si evince che le sanzioni hanno alimentato una lunga guerra commerciale che ha colpito settori simbolo del Made in Italy, dall’alimentare alla moda, dalle auto all’arredamento. Complessivamente - sottolinea la Coldiretti - le esportazioni italiane in Russia, nel 2015, hanno raggiunto appena i 7,1 miliardi, con un taglio di 3,7 miliardi sul 2013, l’anno precedente all’introduzione delle sanzioni.
Il primo, e più incisivo effetto, è stato determinato - continua la Coldiretti - dall’embargo totale in Russia per una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia con decreto n. 778 del 7 agosto 2014 e rinnovato per un ulteriore anno con decreto n. 625 del 25 giugno 2015 con nuova scadenza il 5 agosto 2016.
Una misura che - spiega la Coldiretti - è costata direttamente all’Italia 240 milioni di euro nel 2015 per il solo settore agroalimentare. I prodotti agroalimentari Made in Italy più colpiti dall’embargo in termini di taglio in valore delle esportazioni sono stati - precisa la Coldiretti - nell’ordine la frutta, le carni e frattaglie, i formaggi e latticini.
La guerra commerciale ha, però, provocato - continua la Coldiretti - anche effetti indiretti dovuti alla mancanza di sbocchi di mercato che ha fatto crollare le quotazioni di molti prodotti agricoli europei nel lattiero caseario, nella carne e nell’ortofrutta. Per il Made in Italy si sta verificando anche un danno di immagine a causa della diffusione in Russia di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con l’Italia.
Il dato – Il crollo dell’export “made in Italia” in Russia nel 2015
Prodotti agricoli, -73,1%
Prodotti alimentari, -33,9%
Fonte: elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2015 (rispetto anno precedente)
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