L’euro forte, ma soprattutto i suoi continui record nei confronti del dollaro, stanno provocando alcuni effetti negativi, ancora però molto limitati, per la nostra agricoltura e per l’intero sistema agro-alimentare, sia sul fronte dell’import che di quello dell’export. A sottolinearlo è la Confederazione Italiana Agricoltori secondo la quale le conseguenze maggiori, anche se non
addebitabili al solo “caro-euro”, ma ad un trend che ormai si riscontra da alcuni anni.
I problemi si riscontrano anche sul fronte dell’import di formaggi e di salumi (con importazioni che vengono in particolare dai paesi dell’Europa dell’Est).
Da sottolineare, comunque, che al caro euro - spiega la Confederazione Italiana Agricoltori - si sono venute ad aggiungere le conseguenze derivate dalla siccità che quest’anno ha colpito pesantemente il nostro Paese, provocando gravi danni alle produzioni. E questo ha spinto l’Italia a maggiori acquisti di grano, di mais, di foraggio, determinando una crescita dell’import soprattutto dagli Usa e dal Canada. Difficoltà, proprio a causa dell’euro forte, si hanno anche sul fronte delle esportazioni che sono diventate inevitabilmente meno competitive sui mercati. I più colpiti sono i nostri prodotti tipici che in questo frangente stanno perdendo, seppur in maniera lieve, quote di mercato in quei Paesi in cui la moneta europea si è rivalutata.
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