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DA DOMANI DIVIETO DI VENDITA IN CARRETTI AMBULANTI … IL PARTITO DEI PENSIONATI ALL’ATTACCO: “ASSURDO E RIDICOLO VIETARLO NELLE SAGRE”. COSA FARA’ IL FRIULI VENEZIA GIULIA. LA “VICENDA” DEI TRIPPAI DI FIRENZE … ECCO UNA UTILE SCHEDA FIPE

Niente più vino o birra dal porchettaio e, in genere, nei camion-bar o carretti ambulanti. Da domani entra in vigore, su tutto il territorio nazionale, il divieto assoluto di vendita e di somministrazione di alcolici su aree pubbliche sprovviste di licenza di pubblico esercizio. A prevederlo è la legge comunitaria n. 88/2008, approvata a fine giugno dal Parlamento.
La nuova legge vieta di vendere e somministrare alcolici su spazi ed aree pubbliche ad eccezione dei pubblici esercizi e delle loro pertinenze. Chiunque vende o somministra alcolici senza detta licenza è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 2.000 a Euro 12.000 oltre alla confisca della merce e delle attrezzature utilizzate. Se, inoltre, il fatto è commesso dalle ore 24 alle ore 7, anche attraverso distributori automatici, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da Euro 5.000 ad Euro 30.000.
Da ricordare che il codice penale (articolo 689) vieta, fin dal 1940, la vendita e la somministrazione di alcolici ai minori di anni 16 e che, se vi sono intrattenimenti musicali, il servizio di mescita di alcolici deve cessare inderogabilmente alle ore 2.

La posizione - Carlo Fatuzzo (Partito dei pensionati): “assurdo e ridicolo vietarlo nelle sagre”
“E’ estremamente preoccupante l’applicazione della direttiva europea sul consumo di alcol che entrerà in vigore il 29 luglio e che vieta di vendere o somministrare alcolici su spazi o aree pubbliche diverse dalle pertinenze di servizi muniti della licenza prevista dalla legge con la sanzione per i trasgressori da Euro 2.000 a Euro 12.000. Siamo veramente all’assurdo”. A dichiararlo è il segretario nazionale del Partito Pensionati, Carlo Fatuzzo.
“Questa direttiva, recepita dal Parlamento italiano (disposizioni per l’adempimento derivante dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea), ha sul nostro Paese, ricco di tradizioni e di storia, legate proprio a feste, sagre, manifestazioni enogastronomiche, un effetto devastante mettendo in ginocchio le attività di tante associazioni e cancellando in un sol colpo la passione di tanti e le tradizioni vecchie, in molti casi, di secoli”.
“E’ semplicemente ridicolo - aggiunge - che l’Europa, tanto distante e distinta dai problemi veri della gente, vada a sindacare anche in attività di nessuna rilevanza per l’Europa e che riguardano invece la nostra terra, le abitudini della nostra gente ed, in sintesi, la nostra tradizione e la nostra cultura. Nel recente passato sempre questa Europa, aveva tentato di cancellare la nostra pizza, i nostri formaggi, evidentemente in Europa amano poco, o non conoscono affatto, la nostra secolare storia fatta di mille sfaccettature, di mille realtà, di mille tradizioni, una ricchezza incommensurabile e una civiltà che onora la nostra gente e che caratterizza la nostra cultura”.
“Se il Governo italiano non vorrà, o non riuscirà a bloccare, o eludere, questa direttiva europea vi sarà un danno incalcolabile per il nostro Paese - ha evidenziato Fatuzzo - e soprattutto per il turismo, che è una delle ricchezze dell’Italia e manifestazioni antiche e bellissime perderanno ogni loro caratteristica e addirittura ragion d’essere se si vieta agli avventori di consumare un bicchiere di vino e una birra imponendo, in pratica, il solo consumo di bevande analcoliche. Questo assomiglia al proibizionismo, inutile, dannoso e controproducente. Il Partito Pensionati auspica che il buon senso prevalga”.

Cosa succede - Preoccupazioni in Friuli, ma è salvo “tajut”. In sagra calice di vino si potrà vendere
Sagre e feste non saranno costrette a rinunciare, in Friuli Venezia Giulia, al “tajut”, il classico e tradizionale calice di vino. A fugare le preoccupazioni che, per due giorni, hanno assillato Pro-Loco, parrocchie e associazioni friulane e giuliane (già pronte alla mobilitazione) e che erano arrivate fin dentro l’aula del Consiglio regionale con ben due interrogazioni, è stato in serata il vice presidente della Giunta Regionale, Luca Ciriani.
“Nessun timore - ha detto Ciriani - perché le verifiche fatte oggi dagli uffici regionali hanno stabilito che l’entrata in vigore, il 29 luglio, della legge nazionale (la n. 88 del 7 luglio 2009) che recepisce la legge comunitaria del 2008 che vieta la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche in aree pubbliche, non cambierà le regole e le tradizioni di sagre e feste in Friuli Venezia Giulia. La legge - ha spiegato - lascia spazio alla Regione per regolamentare la vendita di alcolici nelle manifestazioni temporanee e la Regione non ha alcuna intenzione di modificare norme in vigore da decenni”.
In altre parole, spirito e clima di sagre e feste come “Friuli Doc”, la “Barcolana” e “Aria di Festa”, che ogni anno richiamano - hanno spiegato nelle loro interrogazioni il vicepresidente del Consiglio regionale Maurizio Salvador (Udc) e il consigliere Luigi Ferone (Pensionati) - centinaia di migliaia di persone a Udine, Trieste e San Daniele del Friuli (Udine), sono “salve”. Senza il tradizionale “tajut” o un buon bicchiere di birra, magari artigianale, non sarebbero state più le stesse e il danno per il turismo e l’economia “sarebbe stato incalcolabile”. Quelle che cambieranno, invece, saranno le sanzioni per chi venderà superalcolici (oltre i 21 gradi) in aree pubbliche (vietato dalle norme nazionali) e per chi venderà alcolici, non rispettando le norme regionali: le multe andranno da un minimo di Euro 5.000 fino ad un massimo di Euro 30.000.

La vicenda - Delibera ad hoc per i trippai
Una delibera ad hoc per salvare trippai, chioschi e ambulanti fiorentini abilitati alla somministrazione di alcolici dal divieto assoluto di vendita su suolo pubblico imposto dalla legge comunitaria recentemente recepita dal parlamento italiano. La sta preparando la giunta del Comune di Firenze, e il documento, come spiega il vicesindaco Nardella “d’accordo con il sindaco Renzi, che si è occupato personalmente della questione, sarà portato oggi in giunta”. La delibera avrà “per oggetto una interpretazione applicativa della legge comunitaria, interpretazione in base alla quale gli operatori commerciali ambulanti autorizzati su aree pubbliche verranno ricompresi fra quelle tipologie di esercizi, come trattorie, ristoranti, bar, a cui la legge comunitaria non applica il divieto totale di vendita”.

La sintesi - Alcol: vendita vietata ad ambulanti ma sì in sagre e fiere
Ecco, con la nuova legge comunitaria, dove sarà consentita la somministrazione, oppure somministrazione e vendita insieme, di bevande alcoliche e dove, invece, sarà vietata, secondo un prospetto fornito da Fipe-Confcommercio:
- Pubblici Esercizi (Bar, Ristoranti, Locali serali e simili): la somministrazione di alcolici di qualunque gradazione è consentita, così come è consentita la vendita con autorizzazione
- Alberghi ed altre attività ricettive, mense, agriturismi, circoli privati: la somministrazione è consentita, così come è consentita la vendita con dichiarazione di inizio attività (D.i.a.)
- Fiere, Feste, Mercati, Sagre, Riunioni di Partito, Manifestazioni organizzate da Pro Loco e ogni riunione straordinaria di persone svolte su area pubblica: la somministrazione è consentita, così come è consentita la vendita con dichiarazione di inizio attività (D.i.a.)
- Esercizi siti in locali posti su area pubblica in concessione (Chioschi, Aree Mercatali, Stabilimenti Balneari …): la somministrazione è consentita, così come è consentita la vendita con dichiarazione di inizio attività (D.i.a.) anche stagionale
- Distributori Automatici: vietate somministrazione e vendita
- Camion bar itineranti: vietate somministrazione e vendita
- Altre attività cosiddette di somministrazione non assistita (Decreto Bersani): vietata la sola somministrazione
- Attività svolta su aree private (Fiere, Mostre, Esposizioni): fuori dal campo di applicazione della disposizione specifica, ma la vendita e la somministrazione devono comunque essere autorizzate.
Per tutte le attività, sopra descritte, se viene effettuata contemporaneamente attività di spettacolo o intrattenimento dopo le ore 2, è vietata la somministrazione di alcolici di qualsiasi gradazione (articolo 6 Legge 160/2007).

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