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DA GRANDE FARO’ IL CONTADINO: ECCO IL SOGNO DI UN “UNDER 18” SU DUE, TRA QUELLI CHE GIÁ VIVONO IN CAMPAGNA. LO DICE UNA RICERCA DELLA RETE RURALE NAZIONALE

È confortante sapere che, tra tutti gli under 18 che vivono in campagna e la cui famiglia conduce un’impresa agricola, la metà (49%) vorrebbe diventare contadino: un’occupazione gratificante - a giudizio soprattutto delle donne - a contatto con la famiglia e con la natura. Lo dice un’indagine sulle famiglie rurali, realizzata dalla Rete Rurale Nazionale, il programma europeo gestito per l’Italia dal Ministero delle Politiche Agricole.

“L’indagine sulle famiglie rurali conferma il ruolo centrale dell’agricoltura nello scenario di crescita futura, in una fase in cui la riscoperta della ruralità si pone in Italia e in Europa come valida ed efficace risposta alla crisi economica che stiamo vivendo”, commenta il Ministro Saverio Romano. Dall’indagine però, a giudizio di un altro 43% del campione, restio invece a subentrare nella conduzione dell’impresa agricola familiare, l’attività agricola appare limitante, quanto a disponibilità di tempo libero, eccessivamente gravosa in termini di impegno fisico e il più delle volte scarsamente remunerativa.

Metà dei diretti interessati non sembra essere, invece a conoscenza delle agevolazioni riservate ai giovani agricoltori, soggetti che in prevalenza chiedono di migliorare l’accesso al credito e di sostenere la formazione, sia tecnico-agronomica che manageriale e di impresa. Rilevante anche il ruolo delle attività connesse, a conferma di una forte propensione, soprattutto da parte dei più giovani, ad esaltare una visione moderna e multifunzionale dell’agricoltura. I giovani sotto i 39 anni chiedono alle istituzioni un maggiore sostegno alla maternità e alla genitorialità (37%), più servizi (27%) e politiche di sviluppo rurale di carattere economico-strutturale mirate ad aumentare la redditività dell'impresa (36%). Le istanze investono anche la sfera sociale e appaiono in questo caso finalizzate ad accrescere l’identità culturale, la conoscenza delle tradizioni locali e l’attrattività del mondo agricolo in generale (27%). In Italia le aree rurali si estendono sul 92% del territorio nazionale. L’incidenza della popolazione in campagna, negli ultimi vent’anni, è cresciuta di quasi 2 punti percentuali raggiungendo il 57,6%, mentre la quota delle famiglie rurali, dal 55% di inizio anni Novanta, si è portata al 56,2% nel 2009.

Intanto sull’operatività di due strumenti specifici - il subentro, riservato ai giovani agricoltori, e le garanzie dirette che favoriscono i rapporti con il sistema creditizio - il 36% delle richieste di garanzia intermediate da Ismea sono a favore di giovani agricoltori e un quarto delle operazioni fa riferimento a iniziative di start-up. Lo segnala proprio l’Ismea commentando i risultati dell’indagine della Rete Rurale Nazionale, da cui si evince che “l’azienda-famiglia resta il modello di riferimento per l’agricoltura italiana. E le nuove generazioni non sembrano deviare rispetto al solco tracciato dai loro genitori, seppure con un occhio più attento ai temi dell’innovazione e della multifunzionalità e con una forte attenzione agli aspetti della qualità della vita”. L’Ismea rileva inoltre una maggiore concentrazione dell’operatività in due regioni del Mezzogiorno: la Sicilia, da cui proviene il 28% delle richieste di garanzia, e la Puglia, al 18% di quota, seguita dalla Campania. Uno spaccato geografico che ricalca sostanzialmente la presenza delle famiglie rurali a livello regionale, numericamente più elevata - secondo l’indagine - in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia.

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