Il Consorzio nazionale di tutela della Grappa è adesso realtà. Il 3 marzo, in AssoDistil, associazione che riunisce oltre 60 distillerie industriali (ovvero il 95% della produzione nazionale di acquaviti e di alcole etilico prodotto da materie prime agricole) si è chiuso ufficialmente il procedimento di trasformazione dell’Istituto Nazionale Grappa, presieduto da Sebastiano Caffo, in Consorzio nazionale di tutela della Grappa.
Il più importante distillato a livello nazionale è registrato dal 2008 come Indicazione Geografica (Ig) a livello europeo e sin dal momento della sua elezione a Presidente dell’Istituto Nazionale Grappa, Caffo si era prefissato di portare a compimento il processo di istituzione del Consorzio, avviato dal suo predecessore Elvio Bonollo. “A partire da oggi, ci sarà possibile agire coralmente ai fini della tutela e della promozione della Grappa IG. E’ a questo punto della massima importanza che il Governo vari al più presto il decreto per il riconoscimento della personalità giuridica ai Consorzi delle bevande spiritose, come già fatto da anni per quelli del vino e delle specialità alimentari, in modo che il Consorzio possa svolgere in pieno le proprie funzioni”.
L’Istituto Nazionale Grappa è stato fondato nel 1996 nel tentativo di garantire un coordinamento nazionale tra i principali produttori di grappa. Negli anni, l’Istituto ha visto la partecipazione di oltre 70 aziende rappresentate, direttamente o indirettamente, da diversi Istituti regionali. Di fatto si apre un capitolo nuovo e secondo il presidente del Comitato nazionale Acquaviti AssoDistil Cesare Mazzetti, “le sfide che ci aspettano saranno impegnative ma grazie al sodalizio con AssoDistil questa nuova avventura potrà contare su una realtà già consolidata, in continuità con gli obiettivi già portati avanti da tempo dall’Associazione”.
Non mancano le idee per il futuro. Come ha spiegato il Presidente Caffo, presentando il nuovo logo del Consorzio, “questo è solo il punto di partenza per il rilancio del nostro distillato di bandiera. Il Consorzio, nei prossimi anni, si impegnerà oltre che nella tutela, anche nella promozione di questa preziosa acquavite, la grappa, che racchiude in ogni sorso la storia e le autentiche tradizioni italiane”.
Focus - La grappa in Italia: cenni storici
Il nostro Paese vanta una storia antichissima di tradizioni, di marchi, e di processi di produzione unici. La grappa, disciplinata per la prima volta a livello nazionale nel 1951, è stata poi tutelata a livello internazionale attraverso il Regolamento CEE 1576/89. Tale norma ha autorizzato l’utilizzo dell’espressione “Grappa” soltanto per quella prodotta in Italia. In seguito, attraverso il Regolamento UE 110/2008, è stata creata la categoria delle “Bevande Spiritose a IG”, all’interno della quale si è inserita la Ig Grappa insieme a nove denominazioni di Grappa a valenza territoriale (Grappa della Valle d’Aosta, del Piemonte, di Barolo, della Lombardia, del Veneto, del Trentino, dell’Alto Adige/SudTirol, del Friuli Venezia Giulia, della Sicilia). Questo riconoscimento è stato confermato dal Regolamento UE 787/2019.
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