Dagli scaffali sono spariti prodotti per un valore complessivo di 2,95 miliardi in Italia nel 2015, con gli alimentari e le bevande, vino e formaggio in testa, che si classificano come gli obiettivi prescelti. A dirlo la Coldiretti, sulla base del “Barometro Mondiale dei Furti nel Retail”, che spiega come, nel Belpaese, questo fenomeno abbia un “costo” pari a 208,58 euro per famiglia e 90,68 euro a persona (http://goo.gl/0rnIAO).
“Anche se si evidenzia per l’Italia uno storico calo del 5% dovuto all’effetto congiunto della leggera ripresa economica e del rafforzamento dei sistemi di controllo, la categoria merceologica maggiormente colpita è l’alimentare - sottolinea la Coldiretti - con vini e liquori in testa alla classifica, seguiti da formaggi come Grana Padano e Parmigiano Reggiano e la carne fresca o trasformata. Sono peraltro - continua la Coldiretti - i formati già porzionati o confezioni di dimensioni ridotte quelle più apprezzati ma crescono anche i furti dei preaffettati e dei pregrattugiati. A seguire gli accessori moda, calzature ed abbigliamento sportivo, i prodotti per il benessere e la salute dove, ai primi posti troviamo lamette, cosmetici e profumi e, l’alta tecnologia dove i prodotti più a rischio sono accessori per cellulari, iphone, smartphone, ipad e tablet. Infine nel bricolage gli attrezzi elettrici, le batterie ed i cavi sono in cima alla classifica dei prodotti più rubati”.
“Il furto di prodotti alimentari nei supermercati è favorito dal fatto che - segnala la Coldiretti - la maggior parte dei prodotti esposti non è protetta (molto spesso soltanto le bottiglie di vini e spumanti di maggior pregio ad avere una capsula antifurto simile a quella dei capi di abbigliamento nei grandi magazzini) anche se i commercianti stanno sempre più rivolgendo la loro attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza delle merci. In Italia si stima che la spesa complessiva per la prevenzione e la difesa dei furti effettuata dai supermercati sia pari a 2,42 miliardi, un valore molto vicino a quello del danno subito di 2,95 miliardi”.
“A sparire - precisa la Coldiretti - è l’1,01% del fatturato dei supermercati che operano in Italia con quasi il 70% delle “differenze inventariali” che è dovuta ai furti, di cui il 45% da parte dei clienti, il 23% dei dipendenti disonesti, seguiti dagli errori amministrativi, che si assestano al 19% e dalle frodi dei fornitori per un 13%”.
L’Italia, tuttavia non è tra i paesi più colpiti dai furti, (è al n. 8 su 24 Paesi a livello mondiale) che sono ancora più rilevanti nell’America Latina che ha registrato la percentuale più alta pari a 1,55%, seguita da Nord America (1,27%), Asia Pacifico (1,17%) ed Europa (1,05%) in coda. I Paesi che presentano le percentuali più alte - conclude la Coldiretti - sono in particolare il Messico (1,68%), i Paesi Bassi (1,48%) e la Finlandia (1,38%), mentre le nazioni che hanno registrato i tassi più bassi sono Norvegia (0,75%), Svizzera (0,76%) e Francia (0,81%). 92,98 miliardi di euro il totale stimato delle “differenze inventariali” nel mondo.
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