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Dai campi profughi ai campi coltivati l’esodo dei profughi si può fermare con l’agricoltura: parola dell’Ases, Ong della Cia che nel 2010-2014 ha realizzato progetti per oltre 1 milione di euro in Paraguay, Mozambico, Costa d’Avorio, Angola e Senegal

Dai campi profughi ai campi coltivati, l’esodo dei profughi si può fermare con l’agricoltura, “coltivando la terra per alimentare la speranza e nutrire il Pianeta”: parola dell’Ases-Associazione Solidarietà e Sviluppo, la Ong della Cia-Confederazione italiana agricoltori fondata nel 1975 in Belgio su iniziativa di Norberto Bellini, che opera da anni nelle zone svantaggiate del mondo e nel 2010-2014 ha realizzato progetti per oltre 1 milione di euro in Paraguay, Mozambico, Costa d’Avorio, Angola e Senegal, raccontati all’Expo 2015 a Milano come “una possibile via diversa allo sviluppo della cooperazione internazionale”, che possa migliorare le condizioni di vita delle popolazioni attraverso la valorizzazione delle comunità rurali e la promozione dei prodotti identitari dei diversi Paesi. Più in generale, l’Ases ha realizzato progetti di cooperazione, quasi 60, per la maggior parte cofinanziati dall’Unione Europea, anche in Brasile, Bolivia, Ruanda, Perù, e Repubblica Democratica del Congo, con un’erogazione totale di circa 12,5 milioni di euro.

In riferimento alla più stretta attualità, ha detto il presidente della Cia, Dino Scanavino, proprio “la tragedia dei migranti che si sta consumando sulla sponda sud del Mediterraneo impone di trovare soluzioni durature capaci di ricostruire un tessuto economico e sociale tale da scongiurare la fuga disperata di quelle popolazioni. Noi abbiamo il dovere di contribuire alla crescita di quei Paesi; di rafforzare, attraverso l’impostazione di nuovi e maggiori programmi di cooperazione agricola, una politica di sviluppo sostenibile tale da offrire alle popolazioni, e soprattutto ai giovani di quei Paesi, una prospettiva”.

I progetti di Ases-Cia, che ha dispiegato ingenti risorse in quasi 25 anni di attività, nascono dall’ascolto delle esigenze delle popolazioni locali e si sostanziano come interventi tesi a migliorare la redditività delle colture, a impiantare tecnologie produttive, ma anche a sostegno dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria e della diffusione culturale. L’Ases realizza progetti in forma integrata a favore dei piccoli produttori agricoli (donne e uomini) dei Paesi in via di sviluppo per assicurare una dimora dignitosa alle famiglie che vivono in ambito rurale, sostegno all’accesso delle famiglie rurali ai servizi educativi ed igienico-sanitari di base, accesso a terra fertile ed acqua per i contadini di scarse risorse, soprattutto donne, lo sviluppo di strutture di immagazzinaggio e di trasporto locali, l’accesso per i piccoli produttori ai mercati locali, regionali e globali, la partecipazione dei piccoli produttori e delle loro rappresentanze nelle discussioni politiche, ed il sostegno alle cooperative contadine locali e altre forme di organizzazione collettiva nella filiera agricola.

Tra il 2010 e il 2014 Ases-Cia ha portato a termine progetti per un valore di oltre 700.000 euro, in Paesi come Paraguay, Mozambico, Costa d’Avorio, Angola e Senegal, a cui vanno aggiunti gli oltre 370.000 euro attivati con un progetto Aato in Paraguay per realizzare sette pozzi artesiani nel dipartimento di Misiones. Quest’anno poi sono già stati attivati progetti per altri 158.000 euro in Mozambico e Paraguay come sostegno all’infanzia e per lo sviluppo rurale. Ma circa un 20% dell’attività di Ases si svolge anche in Italia, attraverso progetti (come in Lombardia o in Basilicata) tesi all’educazione alimentare e alla valorizzazione del patrimonio rurale. Tutti i progetti Ases sono in partnership con organismi internazionali, comunità locali, missioni cattoliche o di altre confessioni e sono sovente interamente finanziati dall’Ong della Cia.

Tra i progetti che Ases ha finanziato e concluso ci sono la coltivazione del riso per l’autosufficienza alimentare nella comunità rurale di Oulampane (Senegal), la realizzazione di centri sanitari e di accoglienza oltreché di orti nel distretto di Marromeu (Mozambico), la coltivazioni di menta e frutto della passione nel dipartimento di Misiones (Paraguay), lo sviluppo agricolo integrato della comunità rurale di Ouarkhokh (Senegal) attraverso la creazione dell’orto di villaggio, la costruzione di un asilo nel comune di N’Dalatando (Angola) finalizzato ad accogliere i figli delle donne lavoratrici presso un’azienda agricola sorta su un terreno di 70 ettari messi a disposizione dalla locale Diocesi.

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