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Dal 1 gennaio 2017 il Corpo Forestale dello Stato passa sotto l’Arma dei Carabinieri (7.000 agenti forestali) con la nascita del “Comando per la Tutela forestale, ambientale e agroalimentare”. Martina: “sarà la polizia ambientale più forte d’Europa”

Il Corpo forestale dello Stato (Cfs) passa sotto l’Arma dei Carabinieri. “Dal 1 gennaio 2017”, 7.000 agenti forestali indosseranno una nuova divisa, presumibilmente la stessa dei Carabinieri (anche se con “una chiara indicazione della loro specialità”), pur mantenendo “le stesse funzioni” di oggi. “Nessuna penalizzazione” all’orizzonte. Né “sul piano della sede, né su quello delle funzioni o delle progressioni di carriera”. Garantita anche la “rappresentanza” sindacale. E i nuovi immessi verranno specificatamente formati nelle materie agroambientali. In generale, dunque, le forze dell’ordine italiane “si rafforzeranno”. La rassicurazione arriva dal Comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che oggi, assieme al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, e al capo del Corpo forestale, Cesare Patrone, ha presentato il nuovo “Comando per la Tutela forestale, ambientale e agroalimentare” che nasce a seguito dell’approvazione della riforma della Pubblica amministrazione. Presto gli uomini specializzati della forestale andranno a ricoprire i “Ruoli forestali” dell’Arma e con la cooperazione tra le due forze “verrà potenziato il livello di presidio del territorio: sarà la polizia ambientale più forte d’Europa”, ha osservato Martina.
“È una grande opportunità per il Paese, per presidiare meglio alcuni settori fondamentali come l’ambiente, i boschi e le foreste e il sistema agroalimentare. Noi oggi abbiamo a che fare con i grandi reati ambientali legati anche alla malavita internazionale e alla criminalità organizzata - ha osservato Patrone - con la forza dei Carabinieri, con la cultura dell’Arma, davvero elaboriamo un modello all’avanguardia”. La riorganizzazione del Cfs e le altre misure contenute nel decreto legislativo attuativo della riforma della Pa consentiranno - è stato spiegato - un “efficientamento” dei costi di gestione: si potranno risparmiare fino a 100 milioni di euro in 3 anni. Con l’accorpamento, ha spiegato Del Sette, “si potrà ad esempio risparmiare sugli affitti delle strutture o sulle centrali operative”.
Il nuovo Comando sarà posto alle dipendenze funzionali del Ministero delle Politiche Agricole, mentre 750 agenti forestali saranno trasferiti ad altre forze di polizia o amministrazioni. In particolare il reparto anti incendi confluirà nei vigili del fuoco. Chi invece transiterà all’Arma, ha detto Del Sette, diventerà “ufficiale se ora è funzionario, brigadiere se sovrintendente” e così via. Nei prossimi mesi verranno delineati i “criteri” di questo passaggio. Esiste la possibilità per gli agenti, ha ricordato il Comandante generale, di chiedere il passaggio “a un’altra amministrazione dello Stato individuata dalla Funzione pubblica”.
Ma il sindacato dei forestali Sapaf non ci sta. “Le cifre fornite oggi non sono vere - dice il segretario generale Marco Moroni - non ci saranno risparmi ma aumenteranno i costi per l’erario”. Far transitare in “una forza di polizia ad ordinamento militare è la peggiore decisione che potesse essere presa per accorpare il Corpo forestale. Le professionalità dei forestali verranno disperse e in materia di prevenzione dei reati ambientali sarà persa qualsiasi peculiarità. Se ci faranno diventare militari - avverte - lotteremo per sindacalizzare e smilitarizzare l’Arma. La sfida è solo all’inizio”.

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