Se il mondo del vino è ormai alle prese con l’attesa vendemmia 2024, chiamata, si spera, a compensare il calo produttivo 2023 e alla “riscossa” in quanto a consumi, anche i grandi eventi del settore iniziano a “scaldare i motori”. Lo sta facendo anche la ProWein di Düsseldorf, il cui scettro di fiera internazionale più importante del vino è insidiato da Vinexpo Wine Paris, ma che mantiene sempre una dimensione molto importante non solo per il mercato tedesco, fondamentale, tra l’altro, per l’Italia (con la Germania, primo mercato europeo per l’Italia, che nei primi 5 mesi 2024 ha importato per un valore vicino ai 485 milioni di euro, a +1,2% sullo stesso periodo 2023, dai dati Istat analizzati da WineNews), ma per tutto l’ecosistema che ruota intorno al vino. E che guarda al futuro, come dimostra il motto scelto, “Scopri il gusto del domani”. La fiera tedesca, edizione 2025, si terrà dal 16 al 18 marzo, ed è pronta ad accogliere oltre 60 Nazioni con i loro vini e distillati.
Grande attenzione ai temi di attualità, con l’espansione del ProWein Forum e le masterclass; saranno 11, invece, i padiglioni presenti alla fiera e, sebbene l’ufficialità per tutti gli espositori non sia ancora nota, già è possibile delineare un primo quadro d’insieme. L’ascesa dei nuovi trend legati al consumo, ad esempio, è confermata dal segmento “no/low” che, spiega la nota dell’evento, “sta registrando una domanda incredibile”, tanto che l’area ProWein Zero “è cresciuta della metà”.
L’Italia, il più grande produttore di vino al mondo, sarà presente nei padiglioni 15 e 16: il portafoglio delle aziende partecipanti (la scorsa edizione furono 1.190 gli espositori registrati, ndr) spazia dai “big” fino a piccole cantine boutique ma anche ai nuovi arrivati sulla scena internazionale; tutte le regioni saranno rappresentate e ci sarà la presenza dell’Ice, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, che sta pianificando un ampio programma con Masterclass e degustazioni gratuite. Due, invece, i padiglioni dedicati alla Germania “padrona di casa”, ovvero l’1 e il 4.
L’offerta della Francia si concentra nel padiglione 10 (anche quest’anno il Padiglione 9, che, in gran parte, in passato era occupato dai produttori transalpini, finirà appannaggio di Portogallo e altri Paesi europei, ndr) con tanto di Champagne Lounge, l’esclusiva degustazione di “Union des Grands Crus de Bordeaux”, durante il lunedì della ProWein, e il France Forum by Business France. Annunciata la presenza di nomi come Castel Frères, Albert Bichot, Boisset o Gérard Bertrand ma anche Nicolas Feuillatte, Champagne Pannier, Laurent Lequart, Champagne Lallier e Champagne Mailly. La Spagna schiererà “pesi massimi” come Miguel Torres, Codorníu, Marqués de Cáceres, García Carrion, Spanish Fine Wines, Pere Ventura o Félix Solís, a loro si aggiungono molte regioni come la Valenciana e la Castilla y León, oltre alla partecipazione dell’agenzia Icex e de La Rioja.
Parlerà internazionale il padiglione 12, casa degli Stati Uniti che saranno rappresentati da California, Washington e Oregon. Dal Sud America si uniranno Cile, Argentina, Brasile e Uruguay insieme a numerosi produttori sudafricani. Spazio anche all’Oceania, rappresentata da Australia e Nuova Zelanda, per l’Asia non mancheranno Giappone, Corea e Cina.
Il Portogallo, come accennato prima, sarà nel padiglione 9, insieme a una presenza molto forte dell’Europa centrale e orientale con 15 padiglioni nazionali attesi.
Vino ma non solo, confermato il “ProSpirits” al padiglione 5, che, accanto ai “classici” spirit, si concentrerà in particolare su temi di tendenza come il whisky, le bevande a bassa gradazione alcolica, il rum e le acquaviti di frutta.
“Nonostante o proprio perché i tempi sono così difficili - ha spiegato Peter Schmitz, Direttore di ProWein - c’è un grande interesse per la ProWein. Stiamo investendo massicciamente in nuove offerte e servizi per fornire al settore esattamente il supporto di cui ha bisogno ora”.
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