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DAL 2 AL 6 APRILE, A VERONA, IL CENTRO STUDI VERONAFIERE-VINITALY HA ELABORATO QUATTRO STUDI CHE CONFERMANO AREE DI CRESCITA DEL MONDO DEL VINO ALL’ESTERO E IN ITALIA

Il Centro Studi Veronafiere-Vinitaly ha elaborato quattro studi che confermano aree di crescita del mondo del vino all’estero e in Italia … dalla serie ecco “il mercato del vino che verrà”: a) a breve-medio termine: Cina, Messico, Brasile, Germania, Uk sono i Paesi più promettenti per i “basic”; nei “popular premium”, Norvegia, Canada e Paesi Bassi; la Russia è in fascia “premium”, dopo Hong Kong, India, Singapore, Usa; per i “super premium”, Russia, Hong Kong, Cina, Svizzera, Usa; b) gli italiani sono più sensibili alla qualità più che alla quantità; c) nel 2008 il consumo di vino in ristoranti e winebar ha registrato una contrazione più per le misure contro l’abuso di alcol che per la crisi; d) a differenza di quanto si possa immaginare, quello italiano non è un mercato maturo.
Tutto queste tendenze saranno di scena a Verona dal 2 al 6 aprile a Vinitaly (www.vinitaly.com) nel convegno “Vino, il mercato che verrà” (Università Federico II - Edizioni “L’Informatore Agrario”), con la prima “autoanalisi” realizzata coinvolgendo direttamente i produttori; “Il mercato del vino nella gdo” (Iri Infoscan), con il monitoraggio delle vendite nella grande distribuzione; “Il vino nei locali italiani di qualità” che presenta il trend dei consumi di vino nei locali top della ristorazione italiana e, per la prima volta, nei winebar/enoteche trend setter in Italia (Unicab-Axiter); “Gli italiani e il vino” (Bocconi Trovato & Partners), che identifica le varie categorie di consumatori.
Questo lavoro permetterà a Vinitaly 2009 di proporre ad aziende e operatori della filiera spunti di riflessione e indicazioni utili per l’impostazione delle strategie commerciali e di marketing.
Dalle prime anticipazione, ad esempio, in una prospettiva di breve-medio termine (fino a 5 anni) emerge che Cina, Messico, Brasile, Germania e Regno Uniti sono i Paesi più promettenti per i vini basic, con Germania e Brasile interessanti anche nella fascia “popular premium” assieme a Norvegia, Canada e Paesi Bassi. Questo può aiutare le aziende export-oriented a riflettere sul fatto che molti mercati sono interessanti, ma che non tutti sono uguali. Dal suo osservatorio privilegiato, inoltre, Vinitaly può affermare anche che, al di là del momento contingente, la Russia è fra le realtà più interessanti nella fascia “premium” dopo Hong Kong, India, Singapore e Stati Uniti. In quest’ultimo Paese, alta è l’attenzione anche per i “super premium”, come pure in Russia, ad Hong Kong, in Cina e Svizzera.
“Sul mercato interno, le ricerche - sottolinea il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - evidenziano come gli italiani siano più sensibili alla qualità più che alla quantità. Nel 2008 è aumentata la propensione all’acquisto di vini a denominazione di origine anche nella distribuzione organizzata, con una crescita sensibile della fascia di vini con prezzo superiore ai 5 euro. A differenza di quanto immaginato, poi, quello italiano non è un mercato maturo. Vari gli indicatori raccolti dagli studi di Vinitaly a conferma di questa tesi: per gli italiani il vino non è fuori moda e chi beve non lo fa perché è trendy, ma, soprattutto, a fronte di un consumo pro capite in calo ci sono 7 italiani su 10 che dichiarano di non essere ferrati in materia, mentre 1 su 4 chiede corsi gratuiti di avvicinamento alla conoscenza del vino, 1 su 2 ritiene indispensabile un’educazione corretta al consumo e più di 2 su 3 chiedono campagne a favore del consumo di qualità”.
Il consumo di vino nei ristoranti e nei winebar, invece, ha registrato una contrazione nel 2008 più per effetto delle misure contro l’abuso di alcol che per la crisi economica. Ciò deve far riflettere, nell’impostazione delle strategie aziendali, come il rispetto delle regole stia facendo emergere nuove abitudini, tra queste la mescita al bicchiere o la ricerca di vini più leggeri.

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