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Dal Khobez di Palestina alla baguette francese, dall’arepa della Colombia al pan tramvai milanese, Expo celebra il pane, alimento comune ai popoli del mondo. E Coldiretti dà i numeri: in Italia consumi al minimo, nel mondo si mangia di più in Turchia

La baguette francese, il bagel, il pane nero Daujenai della Lituania, di segale o arabo, l’arepa della Colombia, il Baursak del Kazakhstan e i waffles coreani, rosette, pagnotte e michette, il Roti Canai della Malesia e il pane al formaggio del Brasile. E, ancora, il Koba del Madagascar, il Khobez della Palestina e l’Ingera dall’Eritrea. Passando per il pane di Matera, il pan tramvai milanese, il Panuozzo campano, il pane di farina di legno dell’Austria, il Cramique del Belgio e il pan con palta del Cile, fino alla pita con hummus di Israele o i panini ripieni di carne “al pastor” del Messico e il pane con le olive della Grecia. Ma anche il pane prodotto nel Carcere di Alessandria e i classici dei classici: pane e olio, e pane e Nutella. Mentre l’Expo 2015 celebra così la “Festa del Pane”, di scena ieri a Milano, invitando i Paesi del mondo “a portare” in corteo il pane della propria terra, fino sul “Tavolo Pangea” per rappresentare quanto il pane sia alimento comune, che unisce tutto il mondo (il Cluster dei Cereali e Tuberi ha offerto il “pane della solidarietà”, una treccia di pane bianco e nero, a rappresentare la simbolica stretta tra mani di diverso colore, il cui ricavato sarà donato a Terra Madre; fino al 16 ottobre), la Coldiretti dà i numeri: quasi la metà degli italiani (46%) mangia il pane avanzato dal giorno prima, con una crescente, positiva tendenza a contenere gli sprechi favorita anche dalla crisi, ma si registra anche ad un ritorno al passato con oltre 16 milioni gli italiani che, almeno qualche volta, preparano il pane in casa, secondo il rapporto Coldiretti/Censis 2014.
Secondo un sondaggio on line condotto da www.coldiretti.it sono diverse le tecniche utilizzate per evitare quello che una volta veniva considerato un vero “sacrilegio”, con il 18% degli italiani che lo surgela, il 12% lo grattugia, il 15% che lo dà da mangiare agli animali, mentre nel 9% delle famiglie il pane non avanza mai. In molti utilizzano il pane raffermo per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina. “Evitare lo spreco del pane ha un grande valore simbolico, come ci ha ricordato Papa Francesco nell’udienza che ci ha concesso ad inizio anno invitandoci a non scherzare con il pane come ci hanno insegnato i nonni e a ripensare a fondo il sistema di produzione e distribuzione del cibo”, ha detto il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la lotta agli sprechi è tra gli obiettivi indicati dalla Carta di Milano per Expo”. Le ricette di recupero sono tantissime e nella maggior parte dei casi hanno dato vita a famosissimi piatti della tradizione gastronomica italiana, dai canederli trentini ai capunsei lombardi fino alla panzanella e alla pappa al pomodoro della Toscana, ma anche al pane cotto e rape tipico della Puglia.

Focus - I numeri di Coldiretti: nel 2014 record negativo per i consumi di pane in Italia, scesi a 90 grammi al giorno (due fette). La Top 10 dei Paesi del mondo? Prima è la Turchia
Il pane è una componente importante della dieta degli italiani anche se il consumo, rileva Coldiretti, è sceso nel 2014 al record negativo di 90 grammi, pari a meno di due fettine di pane al giorno (o due rosette piccole) a persona. Nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, si mangiavano ben 1,1 chili di pane a persona al giorno. Da allora si è verificato un profondo cambiamento degli equilibri nutrizionali della dieta con un progressivo contenimento dei consumi di pane che nei tempi recenti sono scesi, sottolinea la Coldiretti, nel 1980 intorno agli 230 grammi a testa al giorno, nel 1990 a 197 grammi, nel 2000 a 180 grammi, nel 2010 a 120 grammi e nel 2012 a 106 grammi per arrivare a meno di 100 grammi già nel 2013. In Italia la spesa familiare per pane, grissini e crackers ammonta a quasi 8 miliardi all’anno. Ad essere preferito, conclude la Coldiretti, è il pane artigianale che rappresenta l’88% del mercato con un consumo in costante calo mentre, a differenza, cresce negli ultimi anni la domanda dei prodotti i sostitutivi del pane come crackers, grissini e pani speciali.
Numeri ben differenti da quelli dei Paesi che guidano la top ten mondiale dei consumi di pane, che vede al primo posto la Turchia, con 105 chili di pane pro capite consumato, il triplo degli italiani, seguita dal Cile, con 96 chili a testa. Al terzo posto gli argentini (76 chili pro capite annui), seguiti a pari merito da svizzeri, polacchi e greci, tutti con 70 kg annui. Poco sotto gli irlandesi (68 chili) che precedono ungheresi e olandesi, appaiati a quota 60 chili. Chiudono la classifica i tedeschi, con 55 chili di pane pro capite.

Focus - Coldiretti: il pane avanzato sulle tavole degli italiani
Lo mangio il giorno dopo: 46%
Lo surgelo: 18%
Lo grattugio: 12%
Lo do da mangiare agli animali: 15%
Non avanza mai: 9%
Fonte: sondaggio on line su www.coldiretti.it

Focus - La Top 10 dei mangiatori di pane nel mondo della Coldiretti
(kg per persona all’anno)
Turchia: 105 chili
Cile: 96 chili
Argentina: 76 chili
Svizzera: 70 chili
Polonia: 70 chili
Grecia: 70 chili
Irlanda: 68 chili
Ungheria: 60 chili
Olanda: 60 chili
Germania: 55 chili
Fonte: elaborazioni Coldiretti

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