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DALL’AGNELLO DEL CENTRO ITALIA ALLA MELA DEL FRIULI: 11 NUOVI PRODOTTI DEL MADE IN ITALY SI FREGERANNO A BREVE DEI MARCHI DI TUTELA EUROPEI DOP O IGP, CONSOLIDANDO, A QUOTA 257, IL PRIMATO ITALIANO. UN PATRIMONIO DA 9 MILIARDI DI EURO L’ANNO

L’agnello del centro Italia, la Focaccia di Recco col formaggio, i maccheroni di Campofilone, la mela del Friuli, il melone di mantovano, la pasta di Gragnano, la patata dell’alto viterbese, il sale marino di Trapani, il salame felino, il salmerino del Trentino, le trote del Trentino: sono gli 11 prodotti made in Italy che, a breve, potranno fregiarsi dei marchi di tutela europei Dop o Igp, consolidando, a quota 257, il primato italiano. Un patrimonio che genera 9 miliardi di giro d’affari l’anno, anche se l’80% legato a soli 4 prodotti: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele. Per questo adesso è necessario sviluppare le tante certificazioni molto meno conosciute ma in grado di crescere sensibilmente, organizzando le filiere e incrementando Consorzi partecipati da tutte le componenti produttive, che possano intervenire anche nella programmazione della produzione, tanto più ora che il “Pacchetto Qualità” Ue amplia ulteriormente l’orizzonte della qualità regolamentata includendo prodotti di montagna, prodotti di fattoria, prodotti di area.

Allo stesso tempo, ricorda la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori - bisogna incrementare e potenziare i meccanismi di controllo e di certificazione, migliorando l’operatività degli organismi accreditati e l’efficacia della vigilanza pubblica, e semplificando per quanto possibile gli oneri a carico dei produttori. In più serve rafforzare la lotta alla contraffazione e usare “tolleranza zero” contro l’italian sounding, considerato che le cifre delle truffe sono in costante aumento. Ad oggi i sequestri di prodotti alimentari sofisticati superano in Italia il valore di un miliardo di euro l’anno e, nel 2011, sono state portate a termine dalle forze dell’ordine ben 13.867 operazioni, un numero più che triplicato rispetto all’anno precedente. Da “brivido”, invece, i danni provocati dall’agropirateria internazionale: i “tarocchi” del “made in Italy” nel mondo generano infatti un business illegale di ben 60 miliardi di euro l’anno.

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