DALL’ILLEGALITÀ ALLA LEGALITÀ: L’ANTICA MASSERIA DELL’ALTA MURGIA, “GIOIELLO” CONFISCATO ALLA MAFIA, FA IL GRANDE SALTO CON UNO CHEF - MANAGER D’ECCEZIONE, GIANFRANCO VISSANI

Ci sono sfide difficili, che sembrano impossibili, ma che vale sempre la pena affrontare. Come dare una nuova vita alle centinaia di “gioielli” architettonici e rurali che lo Stato, negli anni, ha strappato alle mafie e ha messo a disposizione della società civile. Uno di questi è l’Antica Masseria dell’Alta Murgia che, da tempo immemore, adagiata sul tracciato della storica Via Appia, accoglie i viaggiatori. L’ultimo in ordine di tempo è un pellegrino d’eccezione, uno chef - manager del calibro di Gianfranco Vissani: è con lui che la masseria, dall’11 giugno, giorno dell’inaugurazione, farà il grande salto, dall’illegalità alla legalità.

L’Antica Masseria dell’Alta Mura è uno dei 45.000 “gioielli” in mano alle mafie per un valore complessivo di 20 miliardi di euro. In totale, sono 416 gli immobili confiscati in via definitiva destinati a enti territoriali (Comuni, Province e Regioni), ma anche a forze dell’ordine e del soccorso. Il maggior numero degli edifici destinati secondo i dati dell’Anbsc - Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati sono in Sicilia (233), in Puglia ce ne sono 29. Lo sforzo per portare avanti il progetto, ampio ed articolato, di Gianfranco Vissani richiederà l’adesione convinta della società civile di tutta la Puglia e la Basilicata. Ora che la legge ha fatto la sua parte, tocca alle autorità ed ai cittadini ed è per questo che la presentazione di sabato 11 giugno ad Altamura coinvolgerà entrambi. All’inaugurazione, oltre al neo padrone di casa Gianfranco Vissani, interverranno il sottosegretario al Ministero degli Interni Alfredo Mantovano, direttore dell’Anbsc Mario Morcone, il presidente della Provincia di Matera Franco Stella, il vice presidente della Provincia di Bari Trifone Altieri, i presidente della Camera di Commercio di Bari Alessandro Ambrosi e Angelo Tortorelli e i sindaci di Altamura, Mario Stacca, e di Gravina, Giovanni Divella.