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DALL’USA ALL’INDIA, CERCASI ASPIRANTI SOMMELIER: “FULL IMMERSION” AIS UMBRIA IN “VESTE INTERNAZIONALE”, PERMETTE A TUTTI I GIOVANI STRANIERI DI IMPARARE A CONOSCERE DA VICINO IL MONDO DEL VINO ITALIANO

Perugia è la sede operativa, ma, da pochi mesi, tanti giovani stranieri giunti in Italia dagli Usa e addirittura dall’India, sono protagonisti di una vera e propria “full immersion” sullo sfondo dell’Umbria, per imparare a conoscere da vicino il mondo del vino italiano: a seguirli passo dopo passo è l’Associazione Italiana Sommelier, che, in una “veste internazionale”, promuove un corso dedicato ad aspiranti sommelier provenienti da tutto il mondo, dando loro la possibilità di toccare con mano le diverse realtà enologiche del Belpaese, direttamente nei luoghi di produzione (info: www.aisumbria.it).

L’idea di questo importante progetto di formazione, “è nata in collaborazione con professionisti ed appassionati che operano nella ristorazione, ma anche in altri campi dell’eno-gastronomia negli Stati Uniti - spiega il presidente Ais dell’Umbria, Gabriele Ricci Alunni - il progetto è iniziato in settembre ed ha portato a Perugia giovani che lavorano o vogliono inserirsi nel mondo della ristorazione o della distribuzione, e desiderano frequentare in “full immersion” il corso per sommelier. E’ un progetto importante a cui vogliamo dare seguito, e spero che in futuro le autorità istituzionali ci diano un aiuto economico per sostenere una parte delle spese necessarie allo svolgimenti dei corsi”. Una sfida che l’Ais ha deciso di intraprendere “forte di un’esperienza quarantennale e di una didattica apprezzata a livello internazionale”, prosegue Ricci Alunni, grazie alla quale l’Associazione “può lavorare alla formazione di sommelier residenti in varie parti del mondo come Stati Uniti, Giappone, Germania, Lussemburgo, Repubblica Dominicana, Brasile, tanto per fare degli esempi, ma portare gli studenti nelle nostre zone eno-gastronomiche il messaggio ha un altro valore”.

Dalla storia alla cultura, dalla tradizione ai metodi culturali e di vinificazione, oltre alla conoscenza dei prodotti tipici, della geografia enologica nazionale e dell’abbinamento cibo vino, sono le materie che gli aspiranti sommelier, insieme a tante altre, stanno studiando, ma la particolarità del progetto è proprio quella di far vivere e toccare con mano il territorio regionale. Il corso prevede, infatti, varie attività pratiche lontano dall’aula didattica, quali visite a cantine, partecipazione alla vendemmia, alla raccolta delle olive, alla produzione del formaggio e dei salumi, alla lavorazione del cioccolato, alla raccolta di funghi e tartufi, oltre a stage con chef per la preparazione di piatti tipici. Esperti relatori trasmettono tutte le nozioni didattiche in aula e durante le varie attività culturali e dimostrative. Il tutto rigorosamente in lingua inglese, per poi passare gradualmente alla terminologia tradizionale italiana. Questo perché i giovani stranieri, possano diventare a tutti gli effetti comunicatori del vino italiano all’estero, ma anche della tradizione gastronomica del Belpaese, attraverso la conoscenza diretta dei luoghi, dei territori e dei personaggi che operano nel settore.

“Ho una forte passione per il mondo del vino e lavoro in enoteca - sottolinea Leah, 23 anni, di Sanbornton nel New Hampshire - credo che diventare Sommelier mi possa aiutare nella carriera professionale ed ad accrescere la mia esperienza”. Davij, 22 anni, vive invece a New Delhi: “la mia famiglia ha un ristorante e spero che frequentando il corso Ais riuscirò ad introdurre in India la passione per il vino. Il mio sogno è quello d’intraprendere la carriera di importatore di vini e distillati. Desidero crescere professionalmente in questo settore, ed imparare a capire bene i vini europei e soprattutto quelli italiani”.

“In America ci sono pochi sommelier e lavorano prevalentemente nei Top Hotel, a quattro e cinque stelle - spiega Yanique, 37 anni, di Smyrna nel Tennesse - sono venuta in Italia per approfondire la mia cultura sul vino, in quanto da noi non esistono corsi specifici come questo che sto frequentando, ma l’insegnamento viene fornito in college ad indirizzo alberghiero dove si insegnano molte materie, senza approfondire la conoscenza sui prodotti vinicoli europei”. Secondo Astrid, 26 anni, di Ocean Beach nello stato di New York, “i vini italiani sono più difficili da capire di quelli studiati da noi in America”. Anche Morgan, 25 anni, arriva da Ocean Beach, e afferma che “non è una questione di bravura, ma di conoscenza. Credo che in Italia sia più profonda ed il servizio del sommelier sia sostanzialmente diverso. Noi, al termine del corso, avremo acquisito una professionalità maggiore rispetto ai nostri colleghi che hanno studiato solo in America o in India, e ci sentiamo già adesso più sicuri per il lavoro che affronteremo in futuro”.

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