02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
A BERGAMO

Dalla cantina con 12.000 bottiglie alla biblioteca con 6.500 volumi, ecco “Il Veronelli”

Un luogo che raccoglie il patrimonio culturale di Luigi Veronelli, “padre” indiscusso del giornalismo enogastronomico, e che continua a diffonderlo

L’archivio, con una selezione ragionata di materiali, tra documentazione cartacea e mediatica, per conoscere l’approccio e il metodo di lavoro veronelliani; la biblioteca con 6.500 volumi di cucina, vino, distillati e civiltà contadina, impreziosita da una selezione di testi da bibliofilo; la riproduzione del suo studio; la cantina, ricostruita conforme all’originaria della sua casa in Bergamo Alta, che accoglie 12.000 bottiglie; la sala assaggi, l’ambiente in cui “ascoltare i vini”, circondati dagli scritti veronelliani sulla degustazione e dal celebre scatto di Toni Thorimbert; ma anche una caffetteria con i disegni realizzati per Alessi, i pannelli con nomi e menu dei ristoranti che parteciparono al campionato gastronomico lombardo ideato con il grande giornalista Gianni Brera negli anni Sessanta, e le ricette di alcuni suoi cocktail. Ecco “Il Veronelli”, il luogo fisico e simbolico che accoglie e raccoglie il cuore del patrimonio culturale di Luigi Veronelli, nato, a 20 anni dalla scomparsa del “padre” indiscusso del giornalismo e della critica enogastronomici italiani, nell’ex Convento dei Neveri a Bariano, a Bergamo (e che, nei prossimi giorni, WineNews racconterà in un video), per far vivere la memoria e far conoscere il pensiero di una delle figure più autorevoli per la crescita della cultura materiale nel nostro Paese.
Gian Arturo Rota, responsabile de “Il Veronelli”, spiega come questo luogo “nasce per continuare la sistemazione organica dei materiali di Luigi Veronelli (iniziata nel 2010), per far conoscere il suo pensiero, per mantenerne viva la memoria. Una memoria non, o non solo, celebrativa, ma trampolino per agire secondo due dei suoi must: “fare nuovo” e “festeggiare la vita”. E offrire spunti di riflessione, avvicinare a una visione del mondo, mostrare che l’opera veronelliana è di forte attualità. Per questo sarà un luogo dinamico, animato da eventi (propri e, per chi vuole, di soggetti terzi esterni) sia aperto alle persone (studenti, studiosi, operatori, appassionati) interessate ad approfondire la conoscenza del celebre giornalista-scrittore e, attraverso lui, della cultura enogastronomica e materiale italiana”. “Luigi Veronelli parlava di terra, sapere, competenze, collaborazione, educazione ad un consumo consapevole. Parlava di futuro. È stato, sopra ogni cosa, un innovatore e un precursore. Il suo enorme lavoro al fianco di produttori e ristoratori, e la sua opera di divulgazione e sensibilizzazione delle persone, hanno contribuito a far diventare il vino e, più in generale, le produzioni agroalimentari e la cucina italiana di qualità, apprezzate in tutto il mondo, come oggi le conosciamo” dice Angela Maculan, presidente Seminario Permanente Luigi Veronelli.
“Luigi Veronelli metteva al centro il rapporto tra natura e cultura, perché da lì si sviluppano la conoscenza, l’arte, la scienza. Il vino e il cibo, per Gino, possiedono tutte quelle qualità per le quali ha senso parlare di “opera” della creatività e della progettualità umane. La persona al centro, anche con le sue imperfezioni, perché la ricerca della verità appartiene a un processo infinito di approssimazione, di cui noi siamo sempre i protagonisti: il vino migliore e autentico, come affermava Veronelli, è il risultato di questo processo che non avrà mai termine”, conclude il filosofo Aldo Colonetti.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli