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DALLA “CERCA LIBERA” ALLA TUTELA FINO ALLA TRACCIABILITÀ, ECCO I CASI IRRISOLTI DEL TARTUFO: INIZIA OGGI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI LA DISCUSSIONE PER REGOLAMENTARE ATTRAVERSO UNA LEGGE LA RACCOLTA E IL COMMERCIO DEI TARTUFI IN ITALIA

Non Solo Vino
La ricerca del tartufo

Dalla “cerca libera” all’utilizzo delle riserve, dalla tutela fino alla tracciabilità, ecco i casi irrisolti del tartufo, il “re” dei tuberi per eccellenza e uno dei prodotti più pregiati al mondo, sia in termini di qualità che di quotazioni, di cui il Belpaese è particolarmente ricco. Per districare la questione, inizia oggi alla Commisione Agricoltura della Camera dei Deputati la discussione per regolamentare la raccolta e il commercio dei tatufi in Italia, con le audizioni delle associazioni di cercatori, dopo la presentazione della proposta legislativa da parte dell’esponente del Pd Massimo Fiorio.

Il provvedimento affronta alcune tematiche irrisolte prendendo spunto dalle indicazioni della filiera stessa, come ad esempio la problematica della “cerca libera” e dell’utilizzo delle riserve che da sempre provocano divergenze di opinioni soprattutto tra i cercatori. Senza dimenticare la regolamentazione dei cosiddetti prodotti tartufati, alimenti aromatizzati al tartufo, la cui commercializzazione deve essere disciplinata con chiarezza, per permettere al consumatore di conoscere cosa acquista e cosa mangia. Infine vi è la questione della tracciabilità del prodotto.

“Da troppi anni - spiega Fiorio - siamo invasi da tartufi di provenienza non locale, una truffa ai danni di chi li acquista e di chi li cerca seguendo disposizioni rigide e attingendo da tradizioni centenarie. La tutela dei tartufi è un elemento di valorizzazione del nostro patrimonio territoriale da non disperdere, per questo è necessaria una legge capace di tutelare cercatori e consumatori di tutto il territorio nazionale”.

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