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DALLA DOLCE VITA AI PRODOTTI DEI TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA: IL “CAFE’ DE PARIS” DI ROMA, AMATO DA FELLINI, SINATRA E MODUGNO, DOVE PRIMA SI BEVEVA IL CAFFE’ DELLA ’NDRINA, ORA CONFISCATO ALLA ’NDRANGHETA, RINASCE CON I PRODOTTI DI “LIBERA TERRA”

Nel luogo storico della Dolce Vita della capitale, che tra i suoi tavolini ha ospitato Federico Fellini, Frank Sinatra e Domenico Modugno, e dove prima si beveva il caffè della ’ndrina, ora sarà possibile assaggiare e soprattutto conoscere i prodotti frutto del lavoro dei giovani delle cooperative che gestiscono i terreni confiscati ai mafiosi: il Cafè de Paris di Roma, lo storico locale confiscato alla ’ndrangheta, rinasce con Libera Terra, i suoi prodotti, come l’olio calabrese, il vino Centopassi di Corleone e a breve anche le mozzarelle di bufala dalle terre di don Peppino Diana di Li, e con un “brindisi della speranza. E speranza vuol dire opportunità: ha il volto dei progetti concreti e della giustizia sociale”, ha detto il presidente di Libera, Don Luigi Ciotti.

“Questo - secondo Don Ciotti - è un segno concreto di impegno quotidiano che dà buoni frutti. Il prodotto dell’azione di magistrati e forze di polizia, che mi auguro abbiano più risorse per affrontare il crimine. Bisogna che tutti sappiano che questo bene ora è “pulito” - ha sottolineato - e che anche le istituzioni vengano qui a fare il brindisi di Natale, per sostenere la ripresa dell’attività. Qui - ha ricordato Don Ciotti - gli Alvaro hanno fatto i loro affari, ora dobbiamo fare in modo che questa confisca in primo grado (guai se non diventasse definitiva), segni l’inizio di una nuova vita. C’e’ bisogno che questo storico locale viva e torni a produrre ricchezza per tutti. Da oggi - ha rimarcato Don Ciotti - si servono “buone pietanze”, non solo per il gusto ma anche per le coscienze che vengono ad assaggiarle. Il bene e il bello saldate insieme”. I prodotti di Libera, infatti, provenienti dai terreni confiscati alle mafie in tutta Italia, possono contribuire alla rinascita del locale di via Veneto. Per il Caffè delle star come per ogni patrimonio sottratto alla “piovra”, “l’obiettivo - conclude Don Ciotti- è liberare le terre delle buone pietanze per liberare le persone. Perchè la democrazia non starà mai in piedi senza la responsabilità di tutti”.

Un’“iniziativa importante” per il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, per il quale il nuovo corso del Cafè de Paris è “un segnale di vittoria di chi vuole la legalità. A Roma - ha spiegato il prefetto - non c’è un allarme criminalità organizzata. C’e’ invece una battaglia tra piccole bande di spacciatori che, pur di avere spazi, arrivano anche all’omicidio. Ma l’impegno delle forze dell’ordine è massimo”, per fronteggiare “l’interesse della criminalità, a inserirsi nel mercato romano per acquisire immobili, ristoranti e altre attività commerciali”. Legalità e giovani è anche il messaggio lanciato dal prefetto Giacomo Barbato, dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni confiscati, che ha sottolineato coma la nuova vita dell’antico Caffè capitolino sia “la prova evidente che la criminalità si può battere”. Per combattere le mafie, ha aggiunto Barbato, “occorre espropriare i beni alla mafia e riportarli alla corretta gestione. Senza l’aiuto degli enti locali e delle associazioni come Libera, sarebbe difficile restituire questi beni alla collettivita”. La nuova vita dello storico locale romano, “non è dunque solo un fatto simbolico ma sostanziale. Si torna alla legalità, qui come in altre parti d’Italia, offrendo opportunità di lavoro per i giovani. E’ il volto sociale dell’antimafia, che opera su tutto il territorio nazionale”. Il Cafè de Paris tornò alla ribalta con un’inchiesta che il 22 luglio 2009 portò al sequestro del locale da parte dei carabinieri del Ros e della Guardia di Finanza perché risultato nella disponibilità della cosca Alvaro della ’ndrangheta. Il locale, sequestrato e confiscato in primo grado, oggi è in amministrazione giudiziaria.

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