Dalla Francia, paese che ha sempre apprezzato e mitizzato i piaceri della tavola, una supplica al Papa: "si tolga la gola dalla lista dei sette peccati capitali". A chiedere la revisione è l´associazione "De la question gourmande". Tra gli sponsor dell'iniziativa, molti nomi illustri: dallo chef Alain Ducasse al pittore Botero, dall´accademico Jean-Francois Revel alla russista Helene Carrere d´Encausse. D´accordo per ritoccare la lista dei sette vizi considerati la radice dei peccati più numerosi e gravi, anche Paul Bocuse: "La golosità non è peccato - spiega oggi il famoso chef a "La Repubblica" - al massimo può esserlo l´ingordigia". Tra l´altro, la Chiesa nei suoi duemila anni di storia è stata spesso e volentieri associata alla buona cucina e, in Francia, si sprecano i circuiti gastronomici che passano per monasteri e abbazie. La sempre più fiorente industria della ristorazione avrebbe tutto da guadagnare se il debole per le delizie del palato diventasse da peccato virtù a maggior gloria della società dei consumi.
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