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DALLA TELA DI GUTTUSO ALLE “BALATE”, PALERMO CELEBRA IL SUO MERCATO PIU’ FAMOSO: E’ DI SCENA, IL 9 OTTOBRE, “WUCCIRIA”, TOUR CULTURALI, TALK FOOD & ASTE GASTRONOMICHE DEDICATE ALLA “VUCCIRIA”. CURIOSITA’: IL MERCATO CHE VUOL DIRE “CONFUSIONE”

Non Solo Vino
La Vucciria vista dal pittore Renato Guttuso

La Vucciria da guardare e la Vucciria da gustare, la Vucciria della memoria e quella del presente, filtrata dagli occhi di Renato Guttuso, il grande pittore italiano originario di Bagheria, e quella dove palermitani e turisti ritrovano ogni giorno profumi e sapori, tra le bancarelle e le “balate” in marmo diventate leggendarie. Tra realtà e rappresentazione, il 9 ottobre Palermo celebra il suo più celebre mercato con “Wucciria”, la giornata promossa dall’Università degli Studi Palermo - nella cui sala dello Steri è esposta la celebre tela realizzata da Guttuso - dall’assessorato al centro storico di Palermo e dall’assessorato alle risorse agricole e alimentari - Dipartimento interventi per la pesca della Regione siciliana: tour culturali, arte, aste gastronomiche e degustazioni nel cuore del centro storico della città, molte delle quali dedicate al pescato di Sicilia, che del mercato è tra i prodotti più famosi (info: www.wucciria.it).
“L’Università - spiega il rettore Roberto Lagalla - vuole essere così presenza viva nella città, in stretto rapporto con i suoi giovani, le sue famiglie, ma anche le sue strade e le sue tradizioni”. E non a caso “Wucciria” fa parte del ricco programma delle “Vie dei tesori”, l’evento promosso dall’Ateneo per far conoscere i suoi tesori di arte, scienza e natura, e per stimolare curiosità intellettuale e conoscenza. Ecco allora che piazza Caracciolo, cuore del mercato della Vucciria, sarà il palcoscenico di una coloratissima asta del pesce, guidata dal critico gastronomico Edoardo Raspelli, organizzata in collaborazione con l’Ittica Capo San Vito. Protagonisti saranno i mercanti della Vucciria che condurranno il visitatore indietro nel tempo, nelle atmosfere dell’antico mandamento “La Loggia”, tra le “balate” in marmo dove viene esposta la merce, le bancarelle dai colori vivaci e le caratteristiche “abbanniate” (le grida dei venditori).
Ma “Wucciria” sarà anche l’occasione per scoprire le bellezze storiche e artistiche del centro storico di Palermo attraverso un percorso culturale da Piazza San Domenico ai Tesori della Loggia, proseguendo fino allo Steri, sede del Rettorato dell’Università, dove è custodita la celebre tela che Guttuso dipinse nel 1974. Per un “viaggio” tra la vita e le opere dell’artista di Bagheria, l’appuntamento è con Marco Carapezza, ricercatore all’Ateneo di Palermo, fratello di Fabio, figlio adottivo di Guttuso, che svelerà aneddoti e segreti sul pittore della Vucciria proprio davanti al dipinto. La Rinascente farà invece da sfondo ai “talk food”, con la possibilità di assaggiare prelibate ricette della tradizione siciliana a base di pesce povero, proposte dallo chef trapanese Peppe Giuffrè.

La curiosità - Il mercato che vuol dire “confusione”
Insieme a Ballarò, Il Capo e il Mercato delle Pulci, la Vucciria, è uno dei mercati più antichi e famosi di Palermo, e si estende tra via Roma, la Cala, il Cassaro, lungo le via Cassari, la piazza del Garraffello, la via Argenteria nuova, la piazza Caracciolo e la via Maccheronai, all’interno del mandamento Castellammare. La vicinanza al porto cittadino stimolò l’insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani, sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani è ancora leggibile dai nomi di alcune strade, come via Chiavettieri, via Materassai e via dei Tintori.
L’origine della Vucciria, mercato chiaramente ispiratosi ai suk arabi, deriva dalla parola Bucceria, a sua volta tratta dal francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato infatti era inizialmente destinato al macello ed alla vendita delle carni: solo successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Ma Vucciria in dialetto siciliano significa “confusione”: oggi, la confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori (le abbanniate) è uno degli elementi che maggiormente caratterizza questo antico mercato palermitano.
Nel 1483 i mercanti stranieri ormai assimilati ai palermitani, riconoscenti verso la città che li aveva accolti, vollero adornare la piazzetta del Garraffo con una fontana abbellita dalla statua del “Genio di Palermo”, l’antico protettore della città. Nel 1698 la statua venne collocata in una edicola muraria. Dalla fine del XX secolo, il “Genio del Garraffo”, il simbolo della città di Palermo è in stato di abbandono e degrado. Nel 1783 il viceré Domenico Caracciolo decise di cambiarne l’aspetto, in particolare della sua piazza principale che fu chiamata col suo nome in suo onore. Intorno alla piazza vennero costruiti dei portici per ospitare i banchi di vendita ed al centro fu sistemata una fontana.

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