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DALLA TERRA ALLA PADELLA, DALLA PIANTA ALLA TAVOLA, È LA FILIERA PIÙ CORTA CHE CI SIA. DOVE? A ORSARA DI PUGLIA (FOGGIA) NEL “RISTORANTE NELL’ORTO” DI PEPPE ZULLO, IL “CUOCO CONTADINO” CON LA CUCINA “PIANTATA” NEL “BOSCO E ORTO DEI SAPORI PERDUTI”

Dalla terra alla padella, dall’orto al piatto, dalla pianta alla tavola, è la filiera più corta che ci sia e dalla tendenza dell’orto che si sposta in città diventando urbano si passa a quella in cui la ristorazione migra nel campo. Dove? A Orsara di Puglia (Foggia), nella tenuta di Villa Jamele, al “Ristorante nell’orto” di Peppe Zullo, chef che già da anni utilizza per i suoi piatti i frutti dell’orto da lui curato, e la cui cucina è “piantata” al centro di 25.000 metri quadrati del suo “Il Bosco e l’orto dei sapori perduti” (info: www.peppezullo.it).
Il “cuoco contadino” - come definito dal fondatore di Slow Food, Carlo Petrini - ha inaugurato uno dei primi ristoranti al mondo ad essere fisicamente inserito fra gli ortaggi e i frutti dell’orto, accanto all’area boschiva dove albergano più di 50 varietà di alberi da frutta, piante officinali, erbe spontanee commestibili: un vero e proprio giacimento di biodiversità, dove gli alberi sono uno degli elementi più importanti. Noci, amareni, allori, nascono spontanei nella tenuta e molte varietà di frutta presenti non sono più coltivate, come le mele “limoncelle”, le “zuccarine”, la “mela lazzarona”, le “milelle”.
L’orto si sviluppa su una superficie di 15.000 metri quadrati in cui sono coltivate le zucche, saporite “mongolfiere” arancioni, i pomodori, il basilico, la lattuga e tutti i tipi di legumi. L’oasi è completata da un vigneto di 16.000 piante. Nel suo “Ristorante nell’Orto”, Peppe Zullo accoglie i bambini delle scuole per insegnare loro il rapporto diretto tra la terra e la tavola, ospita gli “aspiranti” chef che vogliano imparare i segreti del gusto e di sapori autentici conservati dai prodotti della Daunia e accoglie gli sposi per un aperitivo totalmente immerso nella natura.

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