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Dalle fattorie didattiche agli agriturismi con il cibo al centro: la campagna fa rima con vacanza

Coldiretti: oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 sarà destinata alla tavola. E crescono le attività dedicati a bambini e giovani
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Crescono le attività ricreative per i più giovani in campagna (ph: Josh Mills su Unsplash)

Suona l’ultima campanella ed è il momento di pensare alle vacanze, meglio se a contatto con la natura e la terra. Sono oltre mezzo milione i bambini che durante l’estate partecipano ad attività nelle 3.500 le fattorie didattiche presenti nelle campagne italiane che possono accoglierli in sicurezza con attività ricreative ed educative a contatto con la natura in grandi spazi all’aria aperta. A spiegarlo è Coldiretti nel focus su “Mercati contadini, le vacanze green e l’importanza dell’enogastronomia a km zero per salvare biodiversità, lavoro ed economia locale”, diffuso nell’incontro “Gli italiani e l’agricoltura” organizzato a Roma da Fondazione Univerde e Notosondaggi, in collaborazione con Coldiretti e Campagna Amica. Le fattorie didattiche sono una realtà cresciuta, afferma la Coldiretti, grazie alla nuova sensibilità green degli italiani che vanno alla ricerca di spazi aperti e contatto con la natura, ma anche della possibilità di far mangiare i bambini prodotti sani, buoni, genuini ed a km zero. Il risultato è che si è registrato un aumento del 20% sulle 2.900 strutture attive nel 2017 sulla base di un’analisi Coldiretti su dati delle regioni italiane. Un fenomeno trainato anche dalla straordinaria crescita dell’agriturismo, sia in termini numerici che di qualità dell’offerta. Non a caso il 60% delle fattorie didattiche fa anche attività agrituristica.
Nelle fattorie didattiche i più piccoli vanno alla scoperta del mondo delle api, dell’orto sensoriale e della pet therapy ma anche a cucinare, mungere le mucche nella stalla o dare da mangiare ai pulcini e agli animali da cortile senza dimenticare i laboratori del gusto. L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno. Le fattorie didattiche sono aziende agricole autorizzate a fare formazione sul campo per le nuove generazioni puntando, precisa la Coldiretti, sull’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni e la possibilità di produrre in modo sostenibile.
“Le fattorie didattiche possono quindi svolgere un ruolo fondamentale - evidenzia la Coldiretti - nel sostenere le famiglie e i genitori, in particolare le madri, che rientreranno al lavoro in concomitanza con la fine delle lezioni scolastiche e al fine di offrire servizi educativi con particolare attenzione al benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi. Un’opportunità preziosa per integrare i servizi educativi per l’infanzia in una situazione che vede oggi in Italia escluse tre famiglie su quattro (75%) da questo tipo di possibilità”. Inoltre, “per sostenere i genitori di bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e autismo ci sono fattorie che hanno realizzato percorsi di formazione, recupero e apprendimento garantendo opportunità che in molte aree non sarebbe possibile offrire”. Per Chiara Bortolas, responsabile Coldiretti Donne Impresa, “il progetto sull’educazione alimentare è diventato e resterà cruciale nella visione e nel lavoro quotidiano di Coldiretti, degli agricoltori italiani e ci auguriamo sempre più di tutta la filiera agroalimentare”. E proprio i prodotti che portiamo a tavola sono il “motore” principale delle vacanze.
Oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 sarà destinato alla tavola per un valore che supera i 15 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di Paese. Nella stima della Coldiretti si delinea uno scenario che dimostra la centralità per la vacanza Made in Italy del patrimonio enogastronomico nazionale. Il cibo è la voce più importante del budget della vacanza estiva in Italia tanto che per tanti è la principale motivazione del viaggio con il boom del turismo enogastronomico anche grazie alle numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino.
L’Italia può contare su oltre 1.200 mercati contadini di Campagna Amica dove acquistare specialità locali a km zero direttamente dai contadini. Una rete, spiega Coldiretti, che salva dall’estinzione anche antichi prodotti come i 1.500 Sigilli di Campagna Amica protetti nei piccoli borghi d’Italia dove rappresentano storia, tradizione ma anche economia e posti di lavoro. Tra gli agricoltori custodi dei Sigilli, più della metà (56%) è composta da under 40 con il 15% che ha meno di 30 anni. Inoltre una azienda su tre (32%) si trova in aree di montagna e il 60% in Comuni con basso grado di urbanizzazione. Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce su quel 54% del territorio rappresentato dai piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, dove il patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero è conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. Tra i Sigilli, specifica Coldiretti, il 31% è rappresentato da frutta, il 21% da ortaggi, il 14% da olii, vini e mosti, il 15% da salumi e formaggi di razze rare, il 13% da legumi e cereali ma c’è anche un 5% formato da miele e prodotti spontanei ad alto valore ambientale. Si va dalla Sa’ Pompia, un agrume sardo, al Lampascione ortaggio tipico pugliese; dal Saba (il mosto cotto dell’Emilia Romagna) alla lumaca di Cherasco in Piemonte; dall’Aurina di Venafro olio tipico del Molise al Mais corvino della Lombardia; dal laziale cece dal solco dritto al fagiolo del purgatorio di Gradoli sino all’antichissima e rarissima fagiolina del Trasimeno custodita da pochi agricoltori in Umbria fino alla lenticchia di Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo, tanto piccola quanto gustosa. Nel nord Italia le varietà di mais rappresentano un meraviglioso spaccato di biodiversità: dal mais spin e maranino di Storo dal Trentino al mais corvino della Lombardia. Ma non mancano neppure prodotti come il peperone crusco della Basilicata, la colatura di alici di Cetara in Campania, il siciliano Pistacchio di Bronte o il fagiolino Zolfino della Toscana fino al sangue Morlacco del Veneto, liquore ottenuto dall’infusione di ciliege marasche che viene fatto invecchiare in botti di rovere.
Eccellenze che si trovano più spesso anche negli agriturismi, scelti da quasi sette italiani su dieci (68%) in questa estate 2023 per trascorrere le proprie vacanze o anche semplicemente per mangiare, simbolo di una nuova tendenza verso il turismo green e sostenibile, spinta dalla ricerca di relax nel tempo della guerra e dei cambiamenti climatici. In testa alle motivazioni che spingono gli italiani in agriturismo c’è la voglia di contatto con la natura, mentre al secondo posto, secondo Coldiretti/Noto Sondaggi, troviamo l’enogastronomia. Un trend trainato dal fenomeno dei cuochi contadini, gli agricoltori chef a chilometri zero che cucinano i prodotti coltivati in azienda recuperando spesso antiche ricette della tradizione campagnola, diventati un vero e proprio valore aggiunto per le strutture. Al terzo posto c’è la voglia di relax senza dimenticare che la campagna è cercata per sfuggire dallo smog delle città e per fare attività sportiva. L’amore per l’agriturismo è dimostrato anche dal fatto che ad oltre 22 milioni di italiani piacerebbe aprirne uno.
L’agriturismo è anche uno dei punti di forza della destagionalizzazione del turismo, tanto da essere particolarmente apprezzato da chi sceglie le partenze a giugno o a settembre. In questi periodi i 25.000 agriturismi presenti in Italia consentono di vivere i cicli stagionali delle produzioni, dalla raccolta del grano a quella della frutta fino alla vendemmia.
L’offerta agrituristica è cresciuta per numero di aziende (+2%), superando quota 25.000 (25.060 aziende autorizzate nel 2021). L’alloggio (con 20.492 aziende, 82% del totale) e la ristorazione (12.455, il 62% del totale) si confermano i due pilastri dell’agriturismo. Ma la degustazione proposta da 6.412 aziende (il 32% del totale) è addirittura cresciuta del 7,6%. Gli agriturismi italiani mettono, inoltre, a disposizione 12.000 piazzole attrezzate di sosta ma anche spazi per picnic, tende e roulotte.
“Alla luce dell’attuale scenario, connotato da una serie di emergenze ambientali - sottolinea Diego Scaramuzza, presidente Terranostra - l’impegno di Terranostra è di contribuire a riposizionare l’offerta turistica nazionale nell’ottica di una maggiore sostenibilità ambientale e sociale oltre che economica, secondo modelli di sviluppo più equilibrati. Il turismo di qualità è sempre più attento non solo alle bellezze naturali, paesaggistiche, artistiche e archeologiche del nostro territorio ma anche ad un ambiente pulito e salubre e alla riscoperta dei prodotti tipici, della qualità del cibo e del buon mangiare”.

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