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IL PROGETTO

Dalle vigne della scuola nasce il Lambrusco della biodiversità che salva i vigneti dall’estinzione

Si chiama Migliolungo ed è commercializzato e vinificato dalla Cantina di Arceto (Emilia Wine) in collaborazione con l’Istituto “A. Zanelli”

Ben dieci varietà appartenenti alla grande famiglia dei lambruschi insieme ad altri undici vitigni, in alcuni casi salvati dall’estinzione. Da questo connubio all’insegna della biodiversità e della valorizzazione del patrimonio autoctono presente nel territorio della provincia di Reggio Emilia nasce il Lambrusco Migliolungo. Commercializzato e vinificato dalla Cantina di Arceto, una delle quattro anime della famiglia Emilia Wine, il Lambrusco Migliolungo è frutto della collaborazione con l’Istituto d’Istruzione Superiore “A. Zanelli” di Reggio Emilia. Un progetto, iniziato nel 2002, nato dal desiderio di valorizzare e salvaguardare una collezione di antichi vitigni che stavano lentamente scomparendo. Proprio qui, nell’azienda agraria annessa alla scuola, si trovano anche i 21 vitigni che vanno a comporre l’originale uvaggio multivarietale dal quali nasce il Lambrusco Migliolungo Emilia Igt il cui nome deriva dalla zona in cui sorgono i vigneti dell’Istituto, appena fuori da Reggio Emilia con le uve che sono custodite dagli insegnati e dagli studenti.

Tra i vitigni che compongono il Lambrusco Migliolungo, dieci varietà appartengono alla grande famiglia dei Lambruschi: Lambrusco a foglia frastagliata, Lambrusco Barghi, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco, Lambrusco Oliva, Lambrusco Salamino e Lambrusco Viadanese. Insieme a loro sia varietà a bacca nera (Croatina, Fogarina, Fortana, Marzemino, Perla dei Vivi, Sgavetta, Termarina, Uva Tosca e Ancellotta) che in piccola percentuale a bacca bianca (Durella e Scarsafoglia). Entra a volte nell’uvaggio anche il Malbo Gentile, altro storico vitigno del territorio, per compensare l’eventuale discontinuità produttiva di alcune delle 21 cultivar. La provenienza, oltre che dal vigneto interno all’Istituto Zanelli, nel caso di alcune varietà arriva anche dai vigneti più vocati di alcuni dei soci della Cantina di Arceto.

Tradizione, territorialità ma anche ambizione. “Si tratta di un vino al quale siamo molto legati e che ogni anno produciamo con grande attenzione e un pizzico di vera emozione”, ha spiegato Luca Tognoli, enologo e “padre” del Migliolungo che poi aggiunge: “il recupero di antiche varietà è un’attività che consideriamo fondamentale per una cantina come la nostra, fortemente legata alla viticoltura che viene praticata in un territorio dall’antica vocazione vitivinicola. Ne scaturisce un vino di grande equilibrio e carattere, che allo stesso tempo vuole essere ambasciatore del patrimonio autoctono presente non solo nella provincia di Reggio Emilia, ma lungo tutta la Penisola”. Inoltre, come ha sottolineato Daniele Galli, professore dell’Istituto A.Zanelli, “le vendite di questo vino contribuiscono al finanziamento stesso della nostra scuola e rappresentano una testimonianza tangibile della grande passione che nutriamo nei confronti dalla biodiversità che questo territorio è in grado ancora di offrire”. Per Marco Fasoli, direttore di Emilia Wine, “è un inno alla biodiversità, alla salvaguardia della ricchezza del nostro patrimonio ampelografico e alla diversità”.

La vendemmia avviene solitamente a metà settembre: dopo la diraspa-pigiatura dei grappoli, la macerazione procede per circa sei giorni, alla quale segue la svinatura, la fermentazione a temperatura controllata in acciaio e la successiva rifermentazione in autoclave. Il Lambrusco Migliolungo rafforza la filosofia di Cantina di Arceto, fortemente legata ai vitigni autoctoni del territorio, tra i quali trova spazio anche la Spergola, storica varietà a bacca bianca delle colline di Scandiano che l’azienda valorizza in più versioni, a partire da quelle spumante e frizzante.

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