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DANNI ALL’AGRICOLTURA PER 400-500 MILIONI: E’ LA PRIMA STIMA DI CONFAGRICOLTURA, DA NORD A SUD, LA SITUAZIONE REGIONE PER REGIONE. E DAL CAMPO ALLA TAVOLA LA SPECULAZIONE FA LIEVITARE I PREZZI DI FRUTTA E ORTAGGI ANCHE DI 10 VOLTE, SECONDO LA CIA

L’ondata di eccezionale freddo che investe l’Italia sta creando danni notevoli all’agricoltura nelle varie regioni. Confagricoltura, con le proprie strutture territoriali, sta monitorando costantemente la situazione lungo tutto lo stivale e, da una prima stima dei danni diretti e indiretti e degli aumenti dei costi (che andrà poi perfezionata al ritorno del bel tempo), il conto per l’agricoltura complessivamente oscilla tra i 400 ed i 500 milioni di euro.
In Piemonte il freddo non si limita all’arco alpino ma si è esteso anche alle pianure; irrimediabilmente perse le coltivazioni orticole in pieno campo come cavoli, verze e broccoli; particolarmente provati anche i frutteti, in particolare gli albicocchi ed i kiwi, una tra le colture più estese in Piemonte, con oltre cinquemila ettari. Si stima un danno di 50 milioni di euro per l’ortofrutticoltura (20 per il comparto orticolo e 30 per quello frutticolo). In Liguria a rischio, oltre le coltivazioni orticole, anche quelle floricole come ginestre, anemoni e ranuncoli. Si contano danni per 5 milioni di euro. Per le serre i costi per il riscaldamento sono schizzati alle stelle e gli agricoltori sono costretti a riscaldare massicciamente, tenendo gli impianti costantemente accesi, per evitare che gelino le tubature. Molti agriturismi sono isolati, migliaia di alberi si sono abbattuti sotto il peso delle abbondanti nevicati. In Lombardia la Confagricoltura regionale ha chiesto al Presidente della Regione Formigoni lo stato di calamità naturale. Risultano colpite tutte le attività agricole, dalla zootecnia, alla cerealicoltura, dal florovivaismo all’apicoltura ed alle attività connesse di agriturismo e di manutenzione del verde. Non va meglio in Veneto per la neve e il vento forte: i problemi maggiori vengono da gelo e ghiaccio. In Emilia Romagna si segnalano crolli nelle stalle e costi energetici raddoppiati, con una stima dei danni di 150 milioni di euro. Nelle Marche, grossi problemi si riscontrano, oltre che per la neve, per il forte vento che sta creando disagi consistenti, in particolare per la fornitura di energia elettrica. In Campania il maltempo ed il gelo stanno provocando ingenti danni in particolare nelle aree interne, mettendo a rischio non solo le coltivazioni e le produzione di pregio, ma pure l’occupazione del settore. Il maltempo sta provocando serie difficoltà alle strutture aziendali e nell’approvvigionamento di mangimi e foraggi per gli allevamenti zootecnici. Grave la situazione in Umbria, con temperature a -10° sotto zero; il pericolo più grande sono le gelate. In Sardegna la zootecnia soffre una carenza di foraggi. Nel Lazio Nord e nel Frusinate molte aziende agricole risultano danneggiate e completamente isolate; la viabilità interna ha ancora problemi notevoli. È stato attivato un “tavolo di crisi” regionale. Per alleviare i costi ingenti del riscaldamento la regione ha ampliato la dotazione di gasolio agevolato. In ginocchio l’Abruzzo, stremato dalla situazione eccezionale di maltempo. Aziende isolate, allevamenti privi di forniture di foraggio e mangimi, danni a oliveti e vigneti, raccolti compromessi. La Confagricoltura regionale ha chiesto il riconoscimento dello stato da calamità, il secondo a poco meno di un anno. L’organizzazione ha sollecitato agli istituti di credito di prevedere appositi plafond per l’erogazione di finanziamenti agevolati a favore delle aziende agricole per far fronte ai danni causati dal maltempo. Quantificare i danni è impossibile, sia perché l’emergenza non è affatto cessata, sia perché molte aziende sono tuttora isolate o difficilmente contattabili. Situazione tragica anche in Molise dove si registrano vere e proprie bufere di neve e vento forte che non danno tregua e stanno rovinando serre, capannoni, impianti produttivi, e piante.
Ma come se non bastassero i danni, bisogna aggiungervi la sfrenata corsa speculativa sui prezzi dei prodotti freschi, che in poco giorni hanno fatto registrare aumenti anche superiori al 100%. Dal campo alla tavola i listini hanno subito rincari di 10 volte. A denunciarlo è la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, fortemente preoccupata per la grave situazione che si è venuta a creare, che ha ribadito la richiesta dell’immediata dichiarazione dello stato di calamità per le zone colpite. Per l’agroalimentare nazionale, ma soprattutto per l’agricoltura, è scattata così una nuova drammatica emergenza. Dopo il blocco dei tir, che ha avuto conseguenze pesantissime per la filiera, freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di aziende agricole, dove non è stato possibile raccogliere e trasportare i prodotti. Non solo. L’eccezionale maltempo ha reso impraticabili moltissime strade di campagna e tanti agricoltori sono rimasti isolati per giorni, senza luce e acqua. In diversi allevamenti non è stato possibile dare il mangime al bestiame e abbeverarlo, mentre il peso della neve ha fatto crollare tetti di stalle, cascine e serre. Il gelo ha mandato in tilt pompe idrauliche e gruppi elettrogeni, fermi anche per la mancanza di benzina e gasolio, che in alcune zone rurali sono introvabili. Per tanti agricoltori - dice ancora la Cia - è stato impossibile muoversi anche con i trattori per raggiungere le vie principali. La troppa neve (alta anche 2 metri) e il ghiaccio hanno impedito la circolazione. A questo si aggiunge la gelata di migliaia di alberi di frutta, di olivi e viti. I danni, tra l’altro, sono destinati ad aumentare, visto che le previsioni del tempo non lasciano ben sperare.

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