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Danni nei campi e nelle stalle, raccolti da buttare, consegne di latte e ortaggi fermi, speculazioni sui prezzi ed emergenza nelle zone terremotate: il mondo agricolo (Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cooperative) si mobilita contro il maltempo

Il mondo agricolo si mobilità e chiede attenzione per i danni che il maltempo sta causando nelle campagne italiane, soprattutto al Sud. Nelle Regioni più colpite, dalla Puglia alla Basilicata, dalle Marche al Lazio, dall’Abruzzo al Molise, dalla Sicilia alla Calabria, è una vera e propria emergenze perchè, ricorda la Cia, in quelle terre l’agricoltura vale oltre 21,2 miliardi di euro, pari al 37% del valore agricolo nazionale, e si produce, in valore, il 61% degli ortaggi italiani, il 97% della produzione agrumicola, e c’è il 19% degli allevamenti zootecnici.
I danni sono evidenti: “si protrarrà ancora per almeno una decina di giorni il fermo delle consegne sui mercati nazionali dei prodotti ortofrutticoli provenienti dalle regioni del Mezzogiorno duramente colpite dall’ondata di maltempo. Sono infatti almeno 30.000 gli ettari di coltivazioni ortofrutticole e agrumicole attualmente compromessi dal gelo, a causa di temperature che hanno raggiunto anche i -10 gradi che hanno distrutto le produzioni di carciofi, broccoli e sedano e danneggiato anche quelle di cavolfiori, broccoli e cucurbitacee. Ancora da quantificare infine i danni delle coltivazioni arboree a risveglio vegetativo primaverile come pesche, mandorle e ciliegie”, commenta Giorgio Mercuri, presidente Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che sottolinea come in grande difficoltà di sia anche il comparto lattiero-caseario, visto che risulta a rischio il ritiro del 35% della produzione di latte del Centrosud.
“Ma è tutto il comparto agroalimentare nel suo complesso a risentire del brusco calo delle temperature, con ricadute molto pesanti anche sul versante occupazionale. A causa del mancato raccolto, le strutture di lavorazione di molte nostre cooperative sono di fatto ferme e ci sono almeno 5.000 operai stagionali attualmente costretti a casa, con conseguente riduzione del numero di giornate lavorative indispensabili dal punto di vista contributivo”.

In questo quadro, ovviamente, non manca la speculazione sui prezzi, al punto che, per Coldiretti, si parla di un vero e proprio allarme “con i prezzi degli ortaggi che aumentano in media del 200% dal campo alla tavola”. Inoltre, spiega Coldiretti, “sono decine di migliaia le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine ma anche - sottolinea la Coldiretti - gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve. Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano - continua la Coldiretti - serre danneggiate o distrutte sotto il peso della neve, animali morti, dispersi e senz’acqua perché sono gelate le condutture, ma anche aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure. Il risultato - precisa la Coldiretti - è che sono crollate del 70% le consegne dalla Puglia di ortaggi sia perché bruciati in campo sia perché i mezzi non possono ancora circolare liberamente per rifornire adeguatamente i mercati lungo tutta la Penisola. Alcune referenze - riferisce la Coldiretti - non sono più presenti nei banchi dei mercati all’ingrosso e in quelli del dettaglio mentre per altre le disponibilità sono ridotte ai minimi termini, dai finocchi ai carciofi, dai cavoli alle zucchine con inevitabili riflessi sui prezzi. Secondo le rilevazioni del Centro Ortofrutticolo di Roma tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. Alcuni prodotti però - avverte la Coldiretti - sono già raccolti da tempo come mele, pere e kiwi e non sono dunque giustificabili eventuali rincari mentre rialzi alla produzione dovuti all’aumento dei costi di riscaldamento delle serre o alla ridotta disponibilità di alcuni prodotti orticoli danneggiati dalle gelate non possono essere un alibi per speculazioni che danneggiano i produttori agricoli e i consumatori. Occorre anche evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti e per questo di fronte alle trappole del mercato in agguato, per fare acquisti di qualità al giusto prezzo la Coldiretti ha elaborato un vademecum per la frutta e verdura che consiglia di verificare l’origine nazionale per essere sicuri della stagionalità, di preferire le produzioni locali che non sono soggette a lunghi trasporto e privilegiare gli acquisti diretti dagli agricoltori. Un modo per aiutare in un momento di difficoltà l’agricoltura di vaste aree del paese dove è positivo l’avvio delle procedure per la dichiarazione dello stato di calamità annunciato dalle regioni e dal Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina”.

Ed, in molte zone, come ricorda invece Confagricoltura, i problemi causati dal maltempo si sommano a quelli causati dai terremoti, a cui si aggiungono i paradossi legati alla burocrazia: “la nostra organizzazione, con le proprie strutture territoriali - ha sottolineato il presidente Mario Guidi - è impegnata a monitorare costantemente la situazione. I nostri agricoltori, con i loro trattori, stanno collaborando attivamente con la Protezione civile per superare l’emergenza. Chiediamo lo stato di calamità naturale e interventi tempestivi ed adeguati per la piena ripresa delle attività produttive. C’è poi - ha ricordato Guidi - un’emergenza nell’emergenza che è quella delle zone terremotate di Marche, Umbria, Abruzzo e Lazio, dove non si è riusciti a fornire tempestivamente i moduli abitativi per le persone e le tensostrutture per il ricovero del bestiame. Ad esempio, nelle sole Marche, sono previste 546 strutture da montare per il bestiame e non sono pronte neppure le piazzole dove dovranno pervenire per poi distribuirle. Restano poi i problemi burocratici con l’ente del Parco dei Simbruini che non ha ancora autorizzato la costruzione dei basamenti in cemento armato dove si dovranno collocare le strutture. Una volta superate tutte le incombenze il fornitore che ha vinto l’appalto dei 546 moduli di ricovero del bestiame, se tutto andrà bene riuscirà a consegnarne 7-8 al giorno. Con questo ritmo - ha osservato il presidente di Confagricoltura - ci vorranno almeno tre mesi per riuscire a completare l’operazione. Il che vuol dire che molte aziende zootecniche di Macerata ed Ascoli Piceno riceveranno le strutture in primavera. La beffa che si unisce al danno. Il nostro appello è a fare presto, a superare i cavilli burocratici - ha concluso Mario Guidi - come ha detto il sindaco di Amatrice, nel Lazio, se serve, le Regioni coinvolgano per la fornitura dei moduli per il bestiame le altre ditte in graduatorie. Dall’emergenza si esce con provvedimenti di urgenza e sburocratizzati. Intanto sii intervenga con l’esercito per dare assistenza. È innanzi tutto un dovere morale del Paese. Non si possono lasciare allevatori ed animali all’aperto sotto temperature polari”.

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