“Il nostro Paese non può prescindere da un vero progetto che assicuri ai giovani la possibilità di dedicarsi all’agricoltura. La terra va data ai giovani che hanno voglia di lavorarla e di fare impresa. Sono la garanzia di sostenibilità perché sono cresciuti e culturalmente predisposti in quest’ottica. Questo è il vero investimento per il domani, prevedendo anche di poter loro affidare terreni demaniali che così sarebbero salvati dal degrado e dall’abbandono. Se non pensiamo ai giovani la nostra agricoltura è finita. Mentre si parla di futuro, loro già lo vivono. Quando decidono di aprire un’azienda agricola, infatti, lo fanno pensando al biologico, all’ecosostenibile, all’economia circolare perché su queste materie sono già allineati. D’altra parte, invece, ci sono fondi demaniali incolti, caserme chiuse con notevoli estensioni di terreni intorno abbandonati, la cui immagine è anche poco edificante sapendo che il proprietario è l’ente pubblico. Dobbiamo riconoscerlo, se, da un lato, la pubblica amministrazione non sempre è in grado di avere le possibilità per dimostrarsi un buon gestore fondiario perché non è quella la sua missione sociale, dall’altro, quella di affidare queste terre ai giovani intraprendenti è una scelta strategica perché sarebbero coltivate e valorizzate. Un investimento di tanta resa con poca spesa”. Parole di Luca Zaia, oggi presidente delle Regione Veneto, ma anche ex Ministro delle Politiche Agricole, e tra i protagonisti dell’incontro voluto dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, che nei giorni scorsi, Roma, ha voluto riunire ed incontrare i titolari del dicastero di Via XX Settembre degli ultimi 30 anni (presenti Stefano Patuanelli, Maria Teresa Bellanova, Maurizio Martina, Nunzia de Girolamo, Mario Catania, Francesco Saverio Romano, Luca Zaia, Paolo De Castro, Gianni Alemanno, Alfonso Pecoraro Scanio, Walter Luchetti, Adriana Poli Bortone e Alfredo Luigi Diana, e con l’adesione di Calogero Mannino, che, però, per impedimenti sopraggiunti non ha potuto prendervi parte), con una iniziativa lodevole nello spirito, e senza precedenti”.
“I Ministri cambiano ma devono rimanere punti di convergenza che travalicano le singole esperienze di Governo e che permettano di guardare oltre i singoli Governi, per avere stabilità di obiettivi per l’Italia. Ho chiesto ai miei colleghi la disponibilità a trasformare questa riunione in una conferenza degli ex ministri, perché ci devono essere dei punti di riferimento saldi. L’agroalimentare è un simbolo strategico dell’Italia, che ha avuto un ruolo centrale nello spiegare al mondo come si potesse vivere bene e, ancora oggi, il nostro cibo di qualità può garantire un percorso corretto per affrontare il tema della sicurezza alimentare”, ha sottolineato il Ministro Francesco Lollobrigida. E se lo stesso Lollobrigida ha sottolineato l’importanza di una sovranità alimentare “europea, perché abbiamo dei contenuti comuni in termini di valori democratici e di rispetto che ci mettono in condizione di poter lavorare a un’Europa che sia capace di essere indipendente da fattori contingenti come guerre e pandemie, insieme all’impegno per contrastare le degenerazioni della ricerca come gli Ogm, ma allo stesso tempo valorizzare le colture più forti che sappiano resistere ai mutamenti climatici e che, a parità di consumo di suolo, possano produrre un quantitativo che garantisca redditività alle imprese e produzione di qualità”, anche lo stesso Zaia è intervenuto sul tema. “Dobbiamo lavorare affinché ci sia cibo per i nostri cittadini a fronte di qualsiasi esigenza - ha spiegato ancora Luca Zaia - anche se embra quasi anacronistico, ma forse lo è un po’ meno da un anno questa parte. Abbiamo capito che la riserva alimentare è la vera sfida. Questo Governo la ha già raccolta nella definizione di sovranità alimentare. Dobbiamo essere tutti consapevoli che l’agricoltura è il settore strategico attorno al quale ruota tutto il resto: dal tema della sostenibilità a quello dell’agroalimentare e fino al fashion perché senza un vettore come i prodotti tipici il made in Italy non esisterebbe. Agricoltura e identità, quindi, sono un binomio perché dietro ogni prodotto c’è la storia di un territorio e di un popolo. Questo paese è la culla dell’agroalimentare - ha aggiunto il presidente del Veneto, affrontando il tema della sicurezza dei cibi - e per questo possiamo dire che o indichiamo noi la via o saranno gli atri a farlo. Non possiamo essere favorevoli ai cibi sintetici come già abbiamo contestato gli Ogm. Abbiamo un’identità alimentare talmente forte che non ci servono. I cittadini devono avere la garanzia che la sicurezza di quello che mettono in tavola è garantita in maniera rigidissima. Diversamente distruggiamo la nostra agricoltura”.
Ma tanti sono stati gli spunti arrivati dai tanti ex Ministri presenti. Stefano Patuanelli ha definito “lodevole” l’iniziativa del Ministro Lollobrigida, “per dare un contributo all’agricoltura italiana, che è al centro del nostro sistema produttivo. Da questo si parta per tutelare le produzioni di qualità in un quadro europeo e geopolitico molto complesso”, ha sottolineato. “Serve un rilancio dell’agricoltura”, ha dichiarato Teresa Bellanova, ponendo l’accento sull’importanza di “sostenere le produzioni agricole, il made in Italy e il reddito dei produttori. Questo si può fare se si investe sui contratti di filiera, con una distribuzione del reddito, e combattere il dissesto idrogeologico", ha sottolineato. “C’è massima disponibilità a collaborare - ha detto Maurizio Martina - è una bella e utile idea quella di riunire chi ha attraversato l’esperienza di Ministro alle Politiche Agricole e dare così una mano a rafforzare sempre di più le strategie agroalimentari italiane, specialmente in questo particolare momento”. “Ritengo questo incontro un’idea originale e importante - ha dichiarato Nunzia de Girolamo - perché significa fare sistema Paese intorno alla filiera più autorevole che esista e che rappresenta l’eccellenza e la carta d’identità dell’Italia. Abbiamo tre temi centrali oggi: la tutela del Made in Italy e tutto ciò che è inerente al cibo sintetico e alla ricerca pubblica. C’è poi il tema dell’internazionalizzazione e infine la conflittualità europea tra ambiente e agricoltura su cui il Governo dovrà mostrare i muscoli”, ha aggiunto.
Mario Catania ha sottolineato “il tema del consumo del suolo prima di tutti, ma anche quello dell’acqua e del cambiamento climatico, che sono questioni che vanno affrontate con immediatezza. Quello di oggi è stato un incontro tra persone che hanno avuto un’esperienza importante nel settore, penso che sarà utile al Ministro, che dovrà decidere se dare un seguito a tutto questo", ha aggiunto. Un plauso al Ministro Lollobrigida è giunto da Saverio Romano “per aver coinvolto i Ministri succeduti a questo dicastero e ancora in vita. L’agricoltura - ha sottolineato - è trasversale, non divisiva e ci impegna tutti a difendere un mondo fatto di tanti lavoratori, lavoratrici e, spero, in un futuro, anche di tanti giovani”.
Paolo De Castro ha definito l’iniziativa un “arricchimento di esperienza e di lavoro che ciascuno di noi ha fatto e sta continuando a fare”, richiamando il lavoro nel Parlamento europeo anche per portare “avanti la riforma sulle indicazioni geografiche, che è importantissima per l’Italia e speriamo di chiudere sotto presidenza spagnola a settembre-ottobre. Viviamo un momento di grandi cambiamenti e grandi conflittualità, la transizione ecologica spinge da una parte e il mondo agricolo deve adattarsi a questi nuovi impegni non sempre facili. L’importante è accompagnare questi traguardi ambientali con politiche che aiutino gli agricoltori”, ha sottolineato. “È una bella iniziativa questa del Ministro Lollobrigida, ossia di voler raccogliere esperienze di chi è stato ministro prima di lui - ha detto Gianni Alemanno - Credo che la prima priorità sia quella di difendere il suolo, ponendo attenzione nel dove si vanno a fare gli investimenti di carattere fotovoltaico, per evitare di consumare suolo agricolo. C’è poi la necessità di difendere il made in Italy e il marchio combattendo l’Italian sounding, perché ci leva troppe risorse”, ha evidenziato. “Sono molto contento di questo incontro, già con Patuanelli avevo suggerito di realizzare, ad esempio per sostenere i prodotti agroalimentari italiani tradizionali, il coinvolgimento di tutti gli ex ministri - ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio - Siamo un modello alternativo con la nostra agricoltura multifunzionale a quella iper industrializzata del resto del mondo. L’agricoltura ha mantenuto attenzione all’identità italiana, al territorio e sovranità alimentare, da non confondere con sovranismo. È importante delineare questa sfida e difendere l’identità della dieta mediterranea”. Adriana Poli Bortone ha definito l’iniziativa “unificante, non abbiamo parlato di differenze ma di tematiche utili. Quando si parla di sovranità alimentare è giusto che si parli di tematiche nazionali, ma anche locali, come la produzione identitaria. Personalmente vorrei inserire la sovranità alimentare in costituzione, anche per diffondere questa cultura”, ha sottolineato. “Il bilancio alimentare è una cosa importante per tutti i paesi europei, non solo per l’Italia, e siccome si sentono nuovamente dei rumori di guerra per l’Europa riflettere su questo argomento non è sbagliato”, ha evidenziato Alfredo Diana.
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