Se, per ora, i superdazi Usa nella disputa tra Boeing e Airbus hanno risparmiato il vino italiano, il nuovo anno potrebbe portare, già dall’inizio, novità tutt’altro che positive: l’Ustr (United States Trade Representative) ha lanciato una sorta di consultazione “pubblica”, con scadenza il 13 gennaio (dopo di che il Dipartimento del Commercio Usa pubblicherà i suoi provvedimenti), per valutare quali prodotti già colpiti da dazio debbano o meno continuare ad esserlo, come i formaggi o i liquori in particolare, per quando riguarda il made in Italy, ma ha pubblicato anche una seconda lista di prodotti su cui potrebbero essere introdotti dazi fino al 100%. Compresi spumanti e vini fermi, ma anche acqua, succhi di frutta, pasta, olio e così via prodotti nei principali Paesi Ue, dall’Italia alla Francia, dalla Spagna al Regno Unito e così via.
Una nuova possibile ondata di dazi, dunque, che tiene i produttori d’Europa e d’Italia alla finestra, e che potrebbe impattare non poco su un mercato strategico a livello mondiale, che per il wine & food italiano, nei primi 9 mesi 2019, ha visto crescere le proprie esportazioni verso gli States del 5,9%, a quota 3,9 miliardi di dollari, secondo i dati dell’Ice New York.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024