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DEBUTTANO DEL BRUNELLO 1999 E DELLA RISERVA 1998: IL 13 E 14 FEBBRAIO GIORNALISTI ED OPERATORI DA TUTTO IL MONDO PER LE NUOVE ANNATE DEL PIU’ FAMOSO ROSSO TOSCANO. IL BRUNELLO 2003 A QUATTRO STELLE

C’erano giornalisti, opinion leader e buyer in arrivo da tutto il mondo al debutto delle nuove annate di Brunello di Montalcino: il 13 e 14 febbraio con “Benvenuto Brunello”, evento internazionale per la stampa e gli operatori, 130 cantine del territorio hanno proposto in anteprima l’annata 1999 (valutata con l’ottimo punteggio di “quattro stelle”) e la Riserva 1998. Nel corso della due giorni dedicata a uno dei simboli dell’enologia italiana nel mondo, si sono succedute le degustazioni, i workshop, le cene di gala e le premiazioni. “Benvenuto Brunello”, organizzato dal Consorzio di tutela e valorizzazione del famoso “rosso” di Montalcino, è importante anche perché assegna il rating della vendemmia: il 2003, un’ottima annata in tutta Italia, si è aggiudicata “quattro stelle” (su cinque). Il rating è stato fissato dal Consorzio del Brunello dopo scrupolose valutazioni (chimico-fisiche ed organolettiche) e considerazioni relative all’andamento meteorologico dell’annata da parte di una speciale commissione composta da venti importanti esperti ed enologi. «Quella del 2003 è stata una splendida vendemmia - spiega Filippo Fanti, presidente del Consorzio - grazie alle eccezionali condizioni climatiche caratterizzate da una primavera piovosa e da un’estate caldissima e secca. A fronte di una diminuzione della quantità di uva raccolta si può rilevare un innalzamento del livello qualitativo, che siamo certi darà origine ad un Brunello di grande pregio, destinato ad un lungo invecchiamento”. Per celebrare il Brunello 2003 (che uscirà il primo gennaio 2008) è stata scelta la splendida “Maestà”, capolavoro del pittore senese Duccio di Buoninsegna, per la tradizionale formella di ceramica che rappresenta l’annata e la relativa votazione in stelle, destinata ad essere collocata sulle mura del duecentesco palazzo comunale di Montalcino. Proprio nell’anno in cui Siena ha dedicato al grande pittore una mostra - Duccio. Alle origini della pittura senese - che ha riscosso un enorme successo richiamando migliaia di visitatori, anche Montalcino ha voluto rendere omaggio al capostipite della scuola pittorica senese, dalla cui produzione hanno preso le mosse alcuni dei maggiori geni della pittura italiana del Trecento, da Simone Martini ai fratelli Pietro e Ambrogio Lorenzetti. La Maestà (1308-1311), conservata nel Museo dell’Opera del Duomo e dipinta per l’altare maggiore del Duomo di Siena, è una tavola di più di quattro metri per lato, dipinta sia davanti che dietro, rutilante d’oro e di splendidi colori, ed è stata riprodotta in una preziosa formella di ceramica, posta sulle mura del palazzo comunale da Maria Antonietta Grignani, Assessore alla Cultura del Comune di Siena. La formella con la Maestà di Duccio si aggiunge a quelle realizzate negli anni scorsi da famosi personaggi come gli stilisti Roberto Cavalli e Miuccia Prada, il pittore Sandro Chia, il fotografo Oliviero Toscani, la campionessa di sci Deborah Compagnoni, lo stilista Ottavio Missoni, il designer Giorgetto Giugiaro. Una galleria unica al mondo in cui nomi celebri del nostro Paese hanno voluto offrire il loro personalissimo tributo al Brunello di Montalcino.

La vendemmia 2003: l’andamento meteorologico
Il 2003 nel territorio di Montalcino è stata un’ottima annata: le condizioni climatiche dei mesi precedenti alla vendemmia, caratterizzati da aprile fino alla fine di agosto da una persistente situazione di tempo bello e soleggiato, hanno favorito un eccezionale sviluppo dell’uva, che al momento della raccolta si presentava in ottime condizioni sia per la sanità delle bacche che per le caratteristiche di grande qualità. “L’inizio della vendemmia 2003 - spiega Stefano Campatelli, direttore del Consorzio del Brunello di Montalcino - è avvenuto in anticipo rispetto agli scorsi anni. Il caldo dell’estate ha inciso sulle quantità delle uve, riducendole di circa il 5% rispetto alla media. I vigneti hanno però sopportato bene il persistente stato di mancanza di pioggia, poiché le fasi di fine inverno e di inizio primavera erano state abbastanza piovose ed avevano permesso un buon accumulo di acqua a livello degli apparati radicali”. Gli acini di Sangiovese si presentavano al momento della vendemmia molto concentrati, con parametri ottimali sia per gli zuccheri che per tutti gli altri componenti, in particolare quelli polifenolici, utili per la migliore evoluzione dei vini da invecchiamento.
(a cura del Consorzio del Brunello di Montalcino)

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