Se a partire dal 2020, con la pandemia, i dehors sono stati oggetto di ampie liberalizzazioni nelle strade e nelle piazze del Belpaese (la legge 214/2023 ha prorogato fino al 31 dicembre 2024 il regime di semplificazione che permetterà ai titolari di pubblici esercizi di non richiedere l’autorizzazione paesaggistica e culturale per gli spazi esterni funzionali all’attività di somministrazione di alimenti e bevande), iniziano a farsi strada le eccezioni: a Firenze il Tar ha dato ragione ad un condominio che ha chiesto, nonostante l’autorizzazione già concessa dal Comune, la rimozione degli ombrelloni e delle pedane di un’enoteca nella centrale Piazza Santa Maria Novella.
Il motivo? Secondo il Tribunale amministrativo regionale “il regolamento comunale prevede che per le occupazioni attrezzate con elementi posizionati in aderenza a fabbricati, è necessario l’assenso del condominio”. Che, in questo caso, non c’era stato: gli abitanti del palazzo hanno infatti lamentato il fatto che la rampa di accesso al locale fosse posizionata proprio di fronte al portone dello stabile (con conseguenti disagi per gli inquilini a causa delle file dei clienti in attesa di entrare al ristorante) e il pericolo costituito dagli ombrelloni, che arrivavano fino al primo piano. Dunque, nonostante Palazzo Vecchio avesse già concesso al locale il permesso per installare i propri arredi per il servizio di ristorazione all’aperto, di fatto il Tar lo ha revocato, intimando la loro rimozione. Il Comune di Firenze e l’enoteca sono stati anche condannati a pagare le spese processuali.
Un caso che potrebbe fare scuola anche in altre città, visto che i dehors possono rappresentare da un lato una strategia di recupero per vie e zone degradate, dall’altro un elemento di disturbo per chi vive nei paraggi di bar e ristoranti, specialmente in estate con l’intensificarsi della movida notturna.
In molte destinazioni turistiche le vie del centro stanno diventando “mangifici” a cielo aperto, con doppi turni e orari improbabili. A Barcellona, una delle capitali dell’overtourism (con 30 milioni di turisti all’anno) sulla famosa Rambla non ci sono più posti a sedere senza pagare, ed i cittadini scendono in piazza per protestare. Con tanto di transennamento simbolico dei dehors.
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