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DEL MILIONE E 384.043 ETTARI DI TERRENI AGRICOLI ITALIANI, IL 46% SI TROVANO IN SICILIA, MA C’È ANCORA, FORTE, IL RISCHIO DESERTIFICAZIONE. A DIRLO, I DATI DEL FOCUS “COLTIVAZIONI. STRATEGIE IN CAMPO PER UNA SICILIA PIÙ PRODUTTIVA”

Del milione e 384.043 ettari di terreni agricoli coltivati in Italia, quasi la metà (46%) si trovano in Sicilia, divisi tra 219.581 aziende agricole, cifra che fa dell’isola la seconda Regione del Paese per numero di imprese nel settore. Numeri cui fa da contraltare la progressiva scomparsa delle aziende medio-piccole e l’abbandono delle campagne, che espone il territorio siciliano al rischio desertificazione ed all’impoverimento sociale ed economico. Ecco i dati più significativi emersi dall’edizione n. 1 di “Coltivazioni. Strategie in campo per una Sicilia più produttiva”, focus promosso dalla Fondazione Angelo e Salvatore Lima Mancuso dell’Università degli Studi di Palermo, di scena a Santo Stefano di Quisquina.
I dati, ripresi dal sesto Censimento Generale dell’Agricoltura, sono stati illustrati dal professore Vincenzo Provenzano, del dipartimento di scienze economiche, aziendali e forestali della Facoltà di Economia dell’Università di Palermo, e mostrano che, tra il 2000 ed il 2010, è diminuito del 37,1% il numero delle aziende agricole siciliane, passate da 349.134 a 219.581, mentre è cresciuta la loro dimensione media. Nel dettaglio, le aziende con superficie maggiore di 50 ettari sono passate dallo 0,9% al 2,1% del totale, mentre sono diminuite le aziende con superficie sotto i 10 ettari, passate dal 93% all’86,7%.
“L’economia agraria ha ancora un ruolo di centralità nel quadro economico siciliano - ha spiegato Francesco Aiello, assessore regionale alle risorse agricole e alimentari - con quote di produzioni notevoli in settori come l’agrumicoltura o la cerealicoltura nazionale ma di pari passo le aziende medio piccole chiudono i battenti non riuscendo a confrontarsi con un mercato globale e una politica di prezzi che penalizza i Paesi mediterranei, compresa la Sicilia, costretta ad una concorrenza con paesi dove i costi di produzione sono nettamente più bassi. A questi problemi si aggiunge il fenomeno dell’abbandono delle campagne che sta diventando sempre più preoccupante e che si collega alla progressiva desertificazione, in particolare delle aree interne dell’isola”. Secondo la ricerca, la quasi totalità delle aziende agricole siciliane (92,2%) sono a conduzione diretta e a dirigere le aziende sono imprenditori di età avanzata. Diminuiscono invece, in Sicilia, le aziende con allevamenti di bovini, passate da 18.306 nel 2000 a 14.881 nel 2010.
La tavola rotonda, inserita nel programma degli eventi della rassegna “Univercittà in Festival”, ha fatto il punto sulla programmazione e gli interventi da realizzare per il rilancio del settore agricolo, strategico per lo sviluppo dell’Isola. “Assumere lo sviluppo dell’agricoltura come strategia prioritaria per lo sviluppo della Sicilia è la sfida raccolta dalla Fondazione - ha spiegato Cesare Piacentino, Presidente della Fondazione Lima Mancuso - che lancia l’allarme di una progressiva desertificazione del territorio regionale, ed in particolare delle sue aree interne oltre che del loro impoverimento culturale ed economico. Questo è il risultato degli interventi di politica regionale in materia di agricoltura, condotti negli ultimi 50 anni, che hanno determinato un forte esodo della popolazione dalle aree interne della Sicilia verso le coste e paesi più ricchi”.

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