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MADE IN ITALY

Dieci anni di Unesco per la Dieta Mediterranea: un compleanno tra iniziative, risultati e rinascita

Arriva il bonus di filiera per menu 100% Made in Italy nei ristoranti colpiti dall’emergenza Covid. E il Governo lancia un portale web ad hoc
Coldiretti, DIETA MEDITERRANEA, POLITICHE AGRICOLE, UNESCO, Non Solo Vino
La Dieta Mediterranea festeggia 10 anni di Patrimonio Unesco

Un compleanno importante che coincide anche con una “rinascita”. Parliamo della Dieta Mediterranea che in tempo di pandemia è tornata ad avere il valore che merita nelle abitudini alimentari degli italiani. Il Covid ha portato le persone ad occuparsi con più attenzione dei prodotti da portare in tavola. Il lockdown e lo smart working hanno avuto l’effetto di far consumare i pasti, per la quasi totalità, tra le mura di casa e quindi anche a cucinare in prima persona. Avere più tempo significa anche scegliere con maggiore attenzione i prodotti e non a caso la Dieta Mediterranea, di cui oggi ricorre il decennale dell’iscrizione nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità da parte dell’Unesco, torna con forza nelle tavole degli italiani.Cresce, infatti, nel 2020 (+11%), l’aumento medio dei consumi dei prodotti simbolo della Dieta Mediterranea e quindi olio extravergine d’oliva, frutta e verdura ma anche la pasta, per effetto della tendenza delle persone a compensare il maggiore tempo trascorso in casa con un’alimentazione più sana.
Il nuovo trend emerge da un’analisi Coldiretti, su dati Ismea, diffusa per i 10 anni dal riconoscimento Unesco, con eventi che hanno visto protagonisti agricoltori e contadini con tanto di esempi pratici su come valorizzare prodotti che fanno parte delle eccellenze del Made in Italy. Dopo il primo lockdown sei italiani su dieci hanno detto di privilegiare abitualmente un regime nutrizionale ispirato alla dieta mediterranea perché ritenuto più salutare. Questo cambio di marcia si è tradotto in una spinta dei consumi di prodotti come pasta (+12,5%), verdura (+12,2%), frutta (+11,1%) e olio extravergine d’oliva dove i consumi sono aumentati del 9,5% nel primo semestre 2020. Nuove abitudini ma anche antichi riti sono tornati in cucina: è il caso, ad esempio, delle conserve fai da te oppure della pasta fatta in casa che ha fatto impennare gli acquisti di uova e farine rispettivamente del 22,1% e del 59%.
La svolta salutista, sottolinea Coldiretti, è una tendenza anche a livello internazionale; non a caso la Dieta Mediterranea si è classificata come la migliore al mondo del 2020 davanti alla dash e alla flexariana, sulla base del “best diets ranking” elaborato dal media statunitense U.S. News & World’s Report’s. La dieta mediterranea si è rivelata la migliore tra le 35 diverse alternative con un punteggio di 4,2 su 5 grazie agli effetti positivi sulla longevità ed ai benefici per la salute, tra cui perdita e controllo del peso, salute del cuore e del sistema nervoso, prevenzione del cancro e delle malattie croniche e prevenzione e controllo del diabete.
Un successo che è anche culturale perché dietro ad un prodotto c’è un patrimonio inesauribile. La Dieta Mediterranea, come spiegò il Comitato di valutazione per l’iscrizione dell’Unesco, “è un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola”. Un anniversario decennale celebrato anche dal Governo italiano che ha lanciato alcuni progetti ad hoc: dall’Ufficio per la Dieta Mediterranea presso il Mipaaf ad uno specifico portale web dedicato al patrimonio materiale e immateriale della Dieta Mediterranea alle cui tematiche, nel 2021, sarà dedicato un programma di comunicazione istituzionale anche in vista di Expo Dubai. A ciò si aggiunge un progetto sull’educazione alimentare nelle scuole e nelle Università. Iniziative annunciate dalla ministra delle politiche agricole Teresa Bellanova che ha ricordato come “il 16 novembre 2010 per il nostro Paese è una data importante. Il riconoscimento di una distintività. Da quel momento Made in Italy e Dieta Mediterranea hanno avuto nel mondo gli stessi sapori, gli stessi profumi, lo stesso fascino. Se oggi la celebriamo come merita, anche in un momento complesso come quello che stiamo vivendo e che mette in gioco molte delle nostre consuetudini e dei nostri riti, è per ribadire che il patrimonio della Dieta Mediterranea va tutelato, salvaguardato, protetto”.
Un modello nutrizionale, quello della Dieta Mediterranea, che è rimasto costante nel tempo, i cui ingredienti principali sono olio di oliva, cereali, frutta e verdura, fresche o secche, una parte moderata di pesce, prodotti lattiero-caseari e carne, numerosi condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusioni, sempre nel rispetto delle convinzioni di ogni comunità. Il suo apprezzamento mondiale si deve agli studi dello scienziato americano Ancel Keys che per primo ne ha evidenziato gli effetti benefici dopo aver vissuto per oltre 40 anni ad Acciaroli in provincia di Salerno. I risultati si vedono anche nella longevità: l’Italia è leader in Europa con la speranza di vita alla nascita che raggiunge il massimo storico di 82,3 anni (80,9 anni per gli uomini e 85,2 anni per le donne) con ben 14.456 ultracentenari a livello nazionale. Una risorsa in tutto e per tutto che adesso scende in campo, nel giorno del suo “compleanno” Unesco, per sostenere il mondo della ristorazione, settore che ha saputo valorizzare con le sue punte di eccellenza la Dieta Mediterranea nel mondo. La novità è che è stato stabilito il bonus di filiera per menu 100% Made in Italy nei ristoranti duramente colpiti dall’emergenza Covid. A renderlo noto è Coldiretti specificando che sarà possibile presentare le domande fino al 28 novembre 2020 attraverso il portale www.portaleristorazione.it o presso gli sportelli degli uffici postali. Un intervento “dal campo alla tavola” con un bonus che a cascata sostiene, insieme alla ristorazione, anche l’industria alimentare e l’agricoltura italiana e contribuisce a salvare il patrimonio di prodotti nazionali alla base della dieta mediterranea che, secondo l’analisi Coldiretti, ha subito un duro colpo dal taglio del 48% dei consumi fuori casa degli italiani nel 2020.
“Del bonus - spiega la Coldiretti - potranno beneficiare non solo i ristoranti, le mense e chi svolge attività di catering su base continuativa (ossia coloro che forniscono pasti presso ospedali, scuole, industrie), ma anche gli agriturismi, le attività di catering e banqueting per eventi e gli alberghi che somministrano cibo. Al Fondo per la filiera della ristorazione per il 2020 sono stati stanziati 600 milioni finalizzati alla erogazione di un contributo a fondo perduto per l’acquisto, effettuato dopo il 14 agosto 2020, di prodotti di filiere agricole e alimentari, inclusi quelli vitivinicoli, anche Dop e Igp, valorizzando la materia prima di territorio anche attraverso l’acquisto di prodotti in vendita diretta dalle aziende agricole”.

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