02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
ECONOMIA

Dispensa più vuota, più “cara”, e con più cibo low cost per gli italiani, vessati dall’inflazione

Consumi alimentari a -6,3% in quantità, ma con una spesa a +6,6% in valore, a causa dei rincari. Allarme Coldiretti e Assoutenti
CIBO, INFLAZIONE, SPESA, Non Solo Vino
Dispensa più vuota, più “cara”, e con più cibo low cost per gli italiani

Il 2022 si è chiuso con l’inflazione alle stelle, e se il 2023 sembra mostrare qualche flebile ed incerto segno di miglioramento su questo fronte, l’analisi dei dati dei mesi scorsi è impietosa, anche guardando alla tavola. “Il caro prezzi taglia del 6,3% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani, che sono però costretti però a spendere comunque il 6,6% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica”, sottolinea ancora una volta la Coldiretti sui dati Istat relativi al commercio al dettaglio a novembre.
“La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - sottolinea la Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,3% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio”. Il risultato dei discount, secondo l’organizzazione agricola, evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande nel 2022.

“Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sugli aumenti nel carrello ci sono - sottolinea la Coldiretti - la verdura che precede sul podio “pane, pasta e riso” e poi “carne e salumi” mentre al quarto posto la frutta precede il pesce, poi “latte, formaggi e uova” e quindi “olio, burro e grassi”. Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e sale, “condimenti e alimenti per bambini”. Una situazione che costringe gli italiani ad andare a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa”. Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione.
Ma le difficoltà delle famiglie, ovviamente, si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne, “dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari” afferma il presidente Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di “raddoppiare da 5 a 10 miliardi le risorse destinate all’agroalimentare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza spostando fondi da altri comparti per evitare di perdere i finanziamenti dell’Europa. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato tra l’altro - precisa Prandini - progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, università e centri di ricerca coinvolti. Un impegno che ha l’obiettivo di combattere la speculazione sui prezzi con una più equa distribuzione del valore lungo la filiera per tutelare i consumatori ed il reddito degli agricoltori dalle pratiche sleali”. In ogni caso, a sottolineare con preoccupazioni i dati sulla spesa alimentare è anche la Assoutenti, no profit nata per per tutelare e promuovere i diritti fondamentali dei consumatori.
“Per affrontare il caro-prezzi e le bollette alle stell, le famiglie non solo tagliano le spese primarie come gli alimentari, ma modificano profondamente le proprie abitudini di acquisto - spiega il presidente Assoutenti, Furio Truzzi - e le vendite nel comparto alimentare registrano infatti a novembre una diminuzione record del -6,3% in volume, una contrazione pari a - 355 euro annui per la famiglia “tipo”, - 484 euro un nucleo con due figli, se non si considera l’effetto inflazione. Le famiglie poi puntano sempre più sul risparmio, come dimostra la crescita delle vendite presso i discount alimentari, che a novembre continuano il trend in forte salita e segnano +10,3% su base annua, il dato più elevato tra tutti gli esercizi commerciali. Dati, quelli sulle vendite, destinati, purtroppo, a peggiorare: il fenomeno del caro-benzina che sta interessando il nostro paese, e il forte rialzo dei listini dei carburanti come effetto delle maggiori accise, avrà effetti diretti sui prezzi al dettaglio, portando i listini a salire ulteriormente e i consumi delle famiglie a scendere”, conclude Truzzi.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli