Un fatturato da 600 milioni di euro l’anno (export 12%, in costante crescita), 40 milioni di bottiglie vendute nel 2004, prodotte da 136 distillerie e da 1.500 aziende di imbottigliamento e di distribuzione: questi i numeri della grappa, uno dei simboli indiscussi del “made in Italy”, che oggi rischia di perdere la propria denominazione e la propria identità. Tutta colpa del Regolamento 1576/89 del Consiglio Europeo sulle bevande alcoliche, la cui paventata revisione priverebbe l’Italia dell’utilizzo esclusivo del termine “grappa”.
A lanciare l’allarme sono i distillatori italiani che si sono dati appuntamento il 19 e 20 febbraio a Perugia per un convegno e mostra internazionale “Grappa: un patrimonio italiano da difendere” (info: www.grappitaly.it). Un vero e proprio regalo alle grandi multinazionali del settore, fortemente interessate ad un brand tanto conosciuto e apprezzato nel mondo.
Ma soprattutto un colpo mortale per la distilleria italiana, che potrebbe generare gravi conseguenze economiche e di occupazione - sono oltre 10.000 gli addetti impiegati nel settore - per tutte le aziende produttrici, che hanno sempre operato nella consapevolezza di poter utilizzare in esclusiva tale denominazione.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024