La crescita del ruolo delle donne e della presenza di stranieri, nel mondo del lavoro, funziona. Tanto che, negli ultimi 15-20 anni, i processi di rimescolamento e di affiancamento di genere, di cittadinanze e tecnologico, hanno generato dal 6 all’8% di Pil in più. E così, succede che nel settore dell’agricoltura, le imprese agricole gestite da donne, possiedono il 21% della Sau (Superfice Agricola Utilizzabile) e producono il 28% del Pil agricolo nazionale, mentre nell’hotellerie e nella ristorazione, gli stranieri, pur rappresentando il 10,7% dei lavoratori, producono il 18,4% del Pil. E così In entrambi i casi l’aumento di Valore Aggiunto dovuto verosimilmente a forme di reinterpretazione del lavoro si aggira attorno al 7%. A dirlo il Censis, in una ricerca presentata oggi a Milano (per Tenuta Ornellaia), che ha analizzato i cambiamenti in atti nella nostra società. Da cui emerge che, analizzando le posizioni apicali, negli ultimi 15 anni in Italia è fortemente aumentata la quota percentuale delle donne professioniste: avvocati (+17,3%), architetti (+12,5%), medici (12%), giornalisti (+11,3%), commercialisti (+11,2%). Anche nelle carriere pubbliche le quote rosa fanno registrare una netta crescita, a doppia cifra per quanto riguarda i magistrati (+15,4%), i prefetti (+12,9%), i diplomatici (+10,2%). Ma se in questi ambiti le presenze femminili si avvicinano alla parità e tra un pò di tempo verosimilmente avverrà il sorpasso, nel mondo delle imprese private le quote di partecipazione femminili alle posizioni di vertice sono cresciute meno uniformemente: +2,2% nelle imprese d’istruzione, +2,3% in quelle agricole, ma complessivamente solo +1% di imprenditrici o socie d’azienda.
Rispetto alle donne, nel segmento dell’imprenditoria, crescono di più gli imprenditori stranieri: +3,9% negli ultimi 15 anni. I settori che hanno visto un maggiore aumento di cittadini stranieri in posizioni apicali sono l’edilizia (+6,8%), il commercio (+5,7%) ed alberghi e ristorazione (+5,4%). Il mondo della ristorazione e dell’accoglienza è anche quello in cui è esplosa maggiormente la trasformazione tecnologica, con una variazione percentuale rispettivamente del +22,8% e del +21,4%. “Abbiamo chiesto a un panel di esperti dei diversi settori quali sono stati gli elementi su cui il nuovo ha puntato per inserirsi - spiega Giulio De Rita, ricercatore del Censis che ha coordinato l’indagine - ed i dati raccolti sono molto interessanti. Per le donne risulta importantissimo il “sapere accumulato”, cioè la loro preparazione di base, mentre per gli stranieri è vincente la capacità di adattamento, e per la tecnologia un mix di queste due cose. Ma la semplice sostituzione non è sufficiente per un effettivo sviluppo del sistema, occorre un apporto specifico, l’aggiunta di qualcosa che prima non c’era. Infatti, i settori dove davvero il “melting pot” di genere, tecnologico e di cittadinanza funziona è dove sono più parametri ad entrare in gioco, quello che il panel di esperti ha indicato come “pensare differente”: il rimescolamento produce valore aggiunto quando non è solo il frutto di un processo lineare di crescita individuale, di competizione, ma quando è il risultato di un processo di immissione nel sistema delle proprie specificità”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024