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DOP E IGP AL CENTRO. ESEMPI DI QUALITÀ, GARANZIA, RISPETTO E CONTROLLO DA VALORIZZARE ANCHE NELLE GDO. ECCO I PUNTI CHIAVE NEL CONVEGNO AICIG. DE CASTRO: “IL SETTORE ALIMENTARE PUÒ INSEGNARE AL RESTO DELL’INDUSTRIA ITALIANA LA QUALITÀ”

Dop e Igp italiane al centro. Fiore all’occhiello del nostro Paese che vanta una leadership indiscussa in un settore di straordinaria importanza economica, sociale e culturale, con un valore alla produzione di 7 miliardi di euro e quello del consumo stimato intorno ai 12 miliardi di euro annui, di cui 8 miliardi e mezzo ascrivibili al mercato nazionale. Esempi di qualità, garanzia dell’origine, rispetto di regole certe e controllo del processo produttivo. Ecco i punti chiave emersi nel convegno promosso dall’Aicig, Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche, sul tema “Il mercato dei prodotti Dop e Igp tra opportunità e opportunismo”, di scena ieri a Napoli, dove Giuseppe Liberatore, presidente dell’associazione, ha sottolineato l’auspicio “che la grande distribuzione dia il giusto risalto ai prodotti Dop e Igp, perché questi forniscono delle garanzie al consumatore che non avrà paura di spendere qualcosa in più”.
Fra gli interventi anche quello di Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo: “il settore alimentare può insegnare al resto dell’industria italiana il valore della qualità e dell’organizzazione”. “Il settore alimentare - sottolinea De Castro - gode di una domanda in crescita nell’export che è maggiore del calo registrato sul fronte del consumo interno, questo permette una crescita anche in un momento di crisi, come testimonia il +12% nelle esportazioni del settore alimentare registrato nel primo trimestre del 2013. Uno dei fattori più importanti in questo senso è la qualità distintiva del made in Italy legata a marchi che hanno una riconoscibilità geografica e un forte legame con il territorio”.
“Questi prodotti - spiega Liberatore - garantiscono, infatti, l’origine, il rispetto di regole certe e il controllo di un organismo terzo che certifica il processo produttivo. Questi sono elementi che il consumatore recepisce immediatamente. “. Ad incoraggiare il mercato sono anche le norme di tutela varate a gennaio dall’Unione Europea, in particolare sulla proiezione Ex Officio, che obbliga tutti i paesi Ue a controllare e sequestrare immediatamente prodotti contraffatti. “Una norma - spiega Paolo De Castro - che sta già dando i primi risultati come abbiamo visto con la vicenda del pecorino romano contraffatto in Romania”. Ora, aggiunge Liberatore, “la nuova sfida è la possibilità per i consorzi di poter gestire la programmazione”. Una sfida già avviata in sede comunitaria: “è già in vigore - dice De Castro - la norma che permette la programmazione su formaggi stagionati senza che ci sia l’intervento dell’antitrust. Ora bisogna allargare questa possibilità anche ad altri settori a cominciare dalla produzione dei prosciutti”.
Al centro dell’attenzione parlando di tutela e salvaguardia c’è stato anche un altro prodotto dell’eccellenza made in Italy: la mozzarella di bufala campana Dop. “Questo prodotto è già presente nella grande distribuzione e ha una fetta importante di mercato. Ora - spiega Domenico Raimondo, presidente del consorzio di tutela mozzarella di bufala campana Dop - stiamo lavorando anche su altri versanti, a cominciare dalla gastronomia di alta gamma. La mozzarella - aggiunge - è sempre imitatissima, soprattutto fuori dall’Europa, ma questo significa anche che il prodotto è conosciuto in quei Paesi che possono diventare nostri nuovi mercati. In questo momento - conclude Raimondo - stiamo pensando al mercato sudamericano che offre buone opportunità”.

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