Da competitor sui mercati del mondo ad alleate in Europa, per far sentire più forte la propria voce e potenziare e rendere più efficaci, anche come strumento di regolazione del mercato, i piani produttivi attraverso una serie di proposte che saranno presto sul tavolo della Commissione Europea: ecco quanto prevede il patto che i Consorzi di tutela delle Dop e Igp italiane e francesi nel settore salumi e formaggi hanno stretto nell’incontro di Reggio Emilia, dove erano presenti i consorzi italiani dei formaggi Dop Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, e Pecorino Romano, quelli dei prosciutti Dop Parma e San Daniele, e quelli francesi dei formaggi Dop della Savoia e del Comtè.
“Analizzare l’esperienza nell’applicazione di questo recente strumento di regolazione dell’offerta introdotto dalle norme comunitarie ci mette in grado di fornire delle indicazioni al legislatore in modo da rendere i piani produttivi sempre più adatti alle necessità di valorizzazione e tutela delle denominazioni”, spiega soddisfatto Giuseppe Liberatore presidente Aicig, Associazione italiana che raccoglie oltre il 90% dei Consorzi di tutela italiani delle Dop e Igp che hanno promosso l’iniziativa.
Il piano produttivo impegna i Consorzi a rilevare con esattezza i dati economici che riguardano le quantità di materia prima, latte prodotto o animali allevati, la sua trasformazione nei salumifici e nei caseifici certificati per la filiera Dop, la stagionatura e l’immissione in mercato. Al tempo stesso i Consorzi rilevano la domanda sul mercato, nazionale ed estero ed attuano le iniziative di comunicazione e di ricerca tecnica per migliorare l’offerta qualitativa. Quindi il piano produttivo si inserisce a pieno titolo nella valorizzazione del prodotto Dop ed Igp, che rappresenta, insieme alla tutela ed alla promozione, la finalità dei Consorzi.
Gli organismi francesi ed italiani sono sempre più uniti per sostenere l’impianto europeo per i prodotti a denominazione d’origine, per favorirne l’accesso al mercato con una offerta regolare e tutelare le denominazioni in modo da fornire al consumatore la garanzia sull’origine del prodotto acquistato. E non deve sorprendere che solo le Dop italiane e francesi abbiano adottato questo strumento. Parliamo infatti di prodotti che rappresentano il riferimento per l’economia agroalimentare dei rispettivi territori d’origine. L’auspicio dunque è che i piani produttivi possano diventare il normale strumento per la gestione dell’offerta produttiva da parte dei Consorzi.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024