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DOPO ALCOLICI E BEVANDE GASSATE, ORA TOCCA ANCHE AGLI “ENERGY DRINK” FINIRE NELL’OCCHIO DEL CICLONE. A LANCIARE IL SASSO IN MANIERA “ISTITUZIONALE” È STATA NIENTEMENO CHE L’ANSES, ALL’AGENZIA PER LA SICUREZZA SANITARIA E ALIMENTARE FRANCESE

Dopo le bevande alcoliche e quelle gassate, era inevitabile che prima o poi sarebbe toccato anche agli “energy drink” finire nell’occhio del ciclone. A lanciare il sasso in maniera “istituzionale” è stata nientemeno che l’Anses, all’Agenzia per la sicurezza sanitaria e alimentare francese, che ha diffuso un comunicato in cui raccomanda di non consumare queste bibite definite “energetiche”, e in particolar modo insieme a dell’alcol o durante l’esercizio fisico. Ovvero le due modalità di consumo di questa particolare tipologia di prodotto che va per la maggiore.

Queste bibite, infatti, sottolinea l’Anses, che le definisce bibite eccitanti” sono arricchite di sostanze come caffeina, ginseng e taurina. Un punto comune tra tutte è il tasso di caffeina presente. Una lattina (250 ml) equivale a due caffé (50 ml), o a due lattine di Coca cola. Arrivate sul mercato europeo intorno al 2008, queste bibite, di cui circa 40 milioni di litri vengono consumati ogni anno, sono state sempre osservate con diffidenza dalle Agenzie sanitarie che spesso si sono opposte alla loro vendita, sia in Francia che in altri paesi d’Europa. Da giugno 2012, data in cui circa una trentina di casi sospetti sono stati segnalati, di cui due morti, l’Anses francese ha analizzato 257 casi di effetti indesiderati in tutto il mondo. Una ragazzina di 16 anni, ad esempio, deceduta subito dopo aver smesso di ballare in discoteca: aveva bevuto una di queste bibite e dell’alcol. Questi incidenti cardio-vascolari si riscontrano soprattutto in soggetti predisposti.

Altri effetti indesiderati, però, sono stati segnalati, come: crisi di panico, nervosismo improvviso ed epilessia. “E’ davvero molto preoccupante - spiega la professoressa Irène Margaritis, direttrice dell’unità di valutazione del rischio legata all’alimentazione dell’Anses - soprattutto perché queste bibite, grazie alle pubblicità, seducono sempre più consumatori aumentando le vendite”. Solo la Red Bull, ad esempio, nel 2012 ha avuto una crescita del 38%. Nel mese di marzo 2013, uno studio dell’Agenzia europea della sicurezza alimentare (Efsa), segmentava il pubblico che consuma queste bibite: il 30% sono adulti, il 68% ragazzi tra i 10 e i 18 anni, e il 18% bambini tra i 3 e i 10 anni.

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